Oramai guardiamo solo ai punti che mancano per evitare la retrocessione e questo la dice lunga sullo stato d’animo di chi segue la Fiorentina. Con l’Atalanta era una partita scontata, come il risultato.
Anzi, dopo il primo tempo, sotto di due reti ma con tanti gol sbagliati da parte dell’Atalanta, poteva essere un naufragio. Invece la Fiorentina si è aggrappata alla scialuppa di Vlahovic che, con due gol, ha acciuffato i neroazzurri sul 2-2, rendendo meno amara la sconfitta.
Le note liete sono queste: la Fiorentina pare esserci ancora. E, soprattutto, le tre in fondo alla classifica continuano a mantenere lo stesso passo da retrocessione, +8, appunto. Non c’è molto da dire sulla partita, francamente, se non dare merito a Vlahovic e a Dragowski che l’hanno resa (solo da un punto di vista del punteggio, sia chiaro) in bilico fino alla fine e, quindi, meno amara.
Certo è che la caratura delle due squadre è ben diversa. In dei momenti sembrava che quelli dell’Atalanta fossero di più per come occupavano gli spazi e per come si inserivano in profondità, senza lasciare punti di riferimento ai centrocampisti e ai difensori viola.
Ancora sottotono e impreciso, per non dire impacciato, Amrabat. Kouamé, se non era per la bella giocata e l’assist a Vlahovic per il gol del pareggio, ancora impalpabile. Sugli altri poco o nulla di nuovo. È tornato Commisso. C’è da sperare che da oggi si inizi a parlare di futuro. Ce n’è bisogno. A cominciare dal nuovo allenatore con cui progettarlo.