Coppa Italia
Fiorentina-Parma
 2-2 (4-1 rig.)

A mezzanotte la Fiorentina si qualifica ai quarti, il Parma ci costringe ai rigori

Tempo di lettura: 3 minuti circa

Una partita trappola che si dimostra tale, massiccio turn over anche perchè alzi la mano chi non lo aveva pensato. La Viola comincia bene, una bella azione di Sottil e Barak mette un pallone nell’area piccola dove Nzola viene contrato da Coulibaly, che evita un gol fatto. A questo punto cominciano i dolori, il Parma approfitta degli errori sulla tre-quarti e subito con Mihaila si fa vedere a tu per tu con il nostro portiere, bravo.

Ma è solo l’inizio, la difesa viola soffre. Infatti dopo una parata di Christensen e un palo sulla stessa azione, da fuori area Bernabè colpisce: tiro nel sette e siamo 0-1 al 21′. Si batte il centro campo e tutti gli 11 viola come se fossero nei dilettanti “scappano” in attacco, Mina in versione play maker sbaglia, appoggia malamente a Kayode che attaccato da Mihaila perde palla, il giocatore entra in area e appoggia per Bonny, che mette nell’angolino, incredibile ma al 23′ è 0-2.

La Viola gioca solo con i nervi e verso la mezz’ora Kayode mette un rasoterra maligno in area di rigore, Brekalo tenta la giocata difficile ma non ci riesce. La serata è storta e lo si capisce al 33′, Marinelli fischia un rigore per fallo di mano di Circati, ma il Var decreta che è fuori area, solo una punizione dal limite, sfruttata male da Mandragora. Si conclude con un calcio d’angolo in cui Mina si fa vedere ma la palla esce sul fondo.

Nel secondo tempo si vede una cosa mai vista, 4 cambi per la Fiorentina. Entrano Infantino, Ranieri, Biraghi e Arthur. L’inizio sembra portare cambiamenti, Nzola in versione Serie B porta via un pallone a Circati, palla nell’area piccola per l’accorrente Barak, ma anche Toni non è in serata, sbaglia da pochi passi. La partita si trascina con una Viola inconcludente e con un Parma che non concretizza i contropiede, come al 75′ con il subentrato Hernani. Entra Beltran e cominciano i palloni alti per le punte, Nzola comincia a prenderne qualcuna, tanto che al minuto 83′ stoppa di petto e in piena area gira e tira una botta alla destra di Corvi, portiere del Parma, che nulla può, 1-2 e si riapre la partita.

Sembra la solita viola che negli ultimi minuti attacca attacca ma non conclude e invece l’ennesimo cross di Sottil viene toccato con il braccio di Osorio, l’arbitro inizialmente non concede ma il Var lo chiama, giustamente è rigore. Lo batte chi se lo è procurato, Sottil, con un tiro secco e angolato che piega le mani del portiere. 91′ è 2-2. La Fiorentina prova addirittura a vincerla, ma l’assedio non porta il goal, si va ai supplementari.

Primo extra time con una Viola aggressiva che ha un paio di occasioni pericolose, mentre nel secondo il Parma ritrova le distanze. Niente di fatto, si va ai rigori. Comincia Biraghi che realizza, si spera in Christensen che stasera ci ha tenuto in partita sullo 0-2. Al secondo rigore Man lo spiazza e forse innervosito, mette sul palo. Milenkovic conferma il vantaggio con una botta che tocca la traversa ma finisce in rete. Anche Kamara è innervosito dai “garbi” di Cristensen, il suo rigore va in Fiesole, a questo punto El Vikingo va sul dischetto e non sbaglia, è quasi mezzanotte e la Fiorentina va ai quarti di finale.

Il pensiero subito va a domenica, come faremo con la Roma ma nel tennis, quandi passi il turno dopo aver annullato 3 match point, spesso la partita successiva ti senti meno vulnerabile e la affronti con più sicurezze. Oggi abbiamo scoperto che Christensen è un buon portiere e con i suoi “garbi” può essere un’arma per i rigori in coppa e abbiamo capito che per far giocare Nzola, bisogna giocare più sporco. Il bestione franco-angolano, per me, si gasa in quei duelli “rusticani” sulle pallaccie da centrocampo, è un lottatore e il pubblico ha gradito questa sua partita “alla Derticia” fatta di poca tecnica ma tanta grinta. Addirittura Italiano in tv dopo la partita ha parlato della coppia Nzola-Beltran come di una soluzione possibile nelle prossime partite ma pensiamo a domenica, si torna a lottare per il “bersaglio grosso”, le gambe sono pesanti ma la testa dice che comunque si metta la partita, con la Viola non è mai finita, Mourinho è avvisato.

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