Prima partita in casa per la Viola, in un Franchi gremito ma limitato a circa 21.000 posti disponibili causa lavori. Partenza tosta del Napoli che gioca bene di prima e schiaccia la Fiorentina in area. Al 3′ Gosens salva sulla linea su Hojlund, l’azione prosegue con Comuzzo che, nel tentativo di sbrogliare, stende Anguissa: è rigore, il VAR (dopo tre minuti di check) conferma e De Bruyne spiazza De Gea.
Con la Fiorentina stordita, il Napoli prosegue il canovaccio e manovra a tutto campo, giocando possibilmente in verticale o cercando il guizzo di Politano. Basta poco per arrivare al raddoppio, al 14′, firmato da Hojlund che sfugge a Pongracic e la piazza sul palo opposto. Per la Viola è buio pesto. Ci prova Mandragora al 19′ a riaccendere la luce, ma gli ospiti hanno la partita in pugno e danno l’impressione di poter segnare in qualsiasi momento. Come al 24′ quando De Bruyne costringe De Gea in corner. Alla mezz’ora si rivede la Viola con un cross insidioso di Dodo per Kean, messo in angolo da Di Lorenzo.
Nella ripresa Pioli riparte con Piccoli al posto di un impalpabile Dzeko, la musica però non cambia e il Napoli segna ancora. Con Beukema che è più rapido di Ranieri e chiude il match. Nonostante la caparbietà della Fiorentina che ci prova fino in fondo. Dentro Nicolussi Caviglia e Fazzini, il Napoli controlla e molla un po’. Ne approfitta Ranieri, al 79′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con un rasoterra che batte Milinkovic-Savic. Ultimi minuti di speranza con il Napoli meno arrembante e la Fiorentina alla ricerca di un’idea che non c’è. Perché è l’idea di gioco che anche oggi non si è vista. Certo, di fronte c’era la capolista, una squadra forte e dalle idee chiare, una squadra che sa far girare il pallone con i tempi giusti.
Pioli avrà ancora bisogno di tempo per inquadrare la formazione titolare. Ma sicuramente la gara di stasera gli avrà fornito qualche indizio. Uno su tutti: Dzeko non funziona dietro a Kean. Non è un rifinitore, né una seconda punta. Meglio Fazzini, molto meglio. In ogni caso c’è ancora tanto da lavorare, partendo dalla difesa (convince a tre?), dall’impostazione dal basso, dalle posizioni e dal pressing, che oggi non si è visto.