Questo è un classico dilemma che si pone spesso nel mondo del calcio, per alcuni giocatori e determinati ruoli: calandoci nel mondo viola, la questione si pone soprattutto per due ruoli fondamentali, vale a dire il portiere e il centravanti.
Guardando ai dati, Terracciano e Christensen si sono esattamente divisi i 360 minuti delle prime quattro di Serie A in 180′ a testa, con il portiere italiano che ha giocato in più anche 180 minuti totali nei preliminari di Conference col Rapid; per quanto riguarda Nzola e Beltran, il primo è partito titolare con il Genoa (sostituito dal secondo all’82° minuto) e nelle 2 gare col Rapid Vienna (sostituito da Beltran rispettivamente all’81° e al 60° minuto), mentre l’argentino è partito titolare col Lecce e con l’Inter (sostituito da Nzola rispettivamente al 65° e all’intervallo), poi il ritorno di Nzola titolare e in campo per 74 minuti contro l’Atalanta, con il conseguente ingresso di Beltran in campo.
Queste statistiche mostrano come l’alternanza degli interpreti in questi due ruoli sembri al momento la regola, dettata forse anche dal fatto che siamo a inizio stagione e quindi che Italiano debba capire di chi può fidarsi maggiormente. Sul portiere credo la continuità sia assolutamente fondamentale, per capire il rendimento di un giocatore sul lungo periodo, per dargli anche la possibilità di sbagliare talvolta. Pensiamo a un portiere del recente passato viola: Dragowski, il quale, dopo qualche anno da secondo a Firenze, va in prestito all’Empoli e performa piuttosto bene vista la continuità che riesce ad avere, tornando poi a Firenze dove sarà titolare per 2 stagioni; l’anno successivo, il primo della gestione Italiano, non inizia bene, perdendo il posto, complice anche un infortunio, e le successive apparizioni in campo saranno molto complicate e sottotono per il portiere polacco che non ritroverà continuità di prestazioni.
Ovviamente il discorso vale anche per gli attaccanti, ma con l’elemento non indifferente che nessuno dei due abbia ancora timbrato il cartellino; inoltre Nzola conosce il gioco e gli schemi di Italiano, ma appare assolutamente fuori forma, invece Beltran è più in condizione, ma ovviamente deve ancora adattarsi al gioco europeo e a quello della Fiorentina. Questi elementi sicuramente non aiutano il mister a prendere una decisione, anche se, visto l’esborso fatto per Beltran e alcune qualità messe in mostra, si fa fatica a pensare che alla lunga non sarà lui il titolare.
Il discorso alternanza o continuità si può allargare anche a un altro ruolo dell’attuale scacchiere della Fiorentina, cioè l’ala sinistra: contando che probabilmente il titolare a destra sarà Nico, restano Sottil, Brekalo, Kouamé e volendo anche Ikoné (talvolta schierato anche a sinistra da Italiano) a giocarsi una maglia; sarebbe importante dare continuità a 1-2 elementi per dar loro la possibilità di esprimersi e eventualmente anche di sbagliare, per poterli far crescere e far loro percepire fiducia, cosa che non deve mai mancare.