Siccome molti attribuiscono l’attuale momento di crisi della Fiorentina alle partenze di Vlahovic e Torreira – leggasi l’intervento di Enzo Bucchioni su Violanews.com del 20 settembre e i commenti dei tifosi –, e siccome siamo tutti d’accordo che la partenza del serbo era inevitabile, la questione che resta è quella del mancato rinnovo dell’Uruguaiano. In un articolo precedente, abbiamo esaminato l’aspetto tecnico; oggi facciamo qualche appunto su quello finanziario. Sì, perché le due cose vanno di pari passo; una realtà di medie dimensioni come la Fiorentina, nell’attuale contesto di scarsa liquidità del calcio italiano, non può permettersi di non fare i conti della serva.
Raccontiamo tutta la storia. Torreira aveva firmato nell’estate del 2018 un contratto quinquennale con l’Arsenal che prevedeva uno stipendio lordo (attenzione: il lordo è sempre il numero importante) di circa 3,9 milioni di sterline. Al cambio di oggi, fanno circa 4,5 milioni di euro.
Questi i termini dell’accordo di prestito alla Fiorentina del 2021: prestito annuale pagato 1,5 milioni di euro agli inglesi con diritto di riscatto a 15 milioni di euro. Dopo di che l’Arsenal pagava la metà dello stipendio; risultato: lo stipendio effettivo a carico della Fiorentina era di circa 2,2 milioni di euro. L’idea iniziale della Fiorentina – lo ha poi detto Pradè – era di riscattarlo a fine prestito, proponendogli un quadriennale a 2,7 milioni di euro all’anno.
Ai primi di giugno la Fiorentina, secondo indiscrezioni di stampa, avrebbe offerto circa 7 milioni di euro all’Arsenal per il riscatto; cioè circa la metà di quanto inizialmente pattuito. Sempre secondo indiscrezioni, l’Arsenal avrebbe rifiutato l’offerta. Non sappiamo se queste indiscrezioni siano vere, ma tenetele a mente, che ci ritorniamo dopo. Poi, sempre secondo quanto detto da Pradè, ad aprile aveva già offerto al giocatore un contratto quinquennale a 2,5 milioni (più bonus), che Torreira avrebbe rifiutato.
Adesso un’altra considerazione: nel 2020, la Fiorentina aveva comprato dal Verona Amrabat per 19,5 milioni di euro. Con l’arrivo di Torreira nel 2021, Amrabat aveva finito per fare molta panchina, giocando nella scorsa stagione solo 931 minuti in campionato. Nell’anno e mezzo di permanenza in viola, il valore di mercato di Amrabat era sceso a 9 milioni.
Ovvero, il costo totale dell’operazione del riscatto di Torreira era di: 15 milioni all’Arsenal, qualcosa all’agente, uno stipendio di (almeno) 3.2 milioni (è quello che ha poi negoziato con il Galatasaray), oltre a una minusvalenza di almeno 10 milioni per tenere Amrabat in panchina (o cederlo). Tenuto conto di tutto questo, è logico che la Fiorentina volesse uno sconto.
Stante il rifiuto dell’Arsenal, la Fiorentina ha scelto di lasciare e di puntare su Amrabat, acquistando Mandragora per circa 8 milioni. Dopo il rifiuto dell’offerta viola, l’Arsenal a inizio agosto (ovvero: con le spalle al muro) ha accettato di svendere Torreira al Galatasaray per 6 milioni.
Occorre allora farsi qualche domanda, sia in quel momento (a inizio giugno) che col senno del poi. Doveva la Fiorentina riscattare Torreira al prezzo iniziale? Oppure, doveva farlo, insistendo con la sua scommessa al ribasso, rischiando però di rimanere senza (e senza Mandragora)? Infine, doveva accordare a Torreira un contratto da 3,2 milioni?
Io mi sento di rispondere sì solo alla terza domanda. La Fiorentina era pronta a dare 6 milioni a Vlahovic, ha aumentato l’ingaggio di Milenkovic a 5,5 milioni, paga Mandragora 2,9 milioni; Torreira poteva ben valerne 3,2. Ma rispondo no alla prima, a causa del costo totale dell’operazione, e no alla seconda, a causa del rischio di restare a mani vuote. I soldi che la Fiorentina non ha messo per Torreira (ma come abbiamo visto sopra, Pradè aveva offerto più del Galatasaray), oltre a Mandragora li ha messi per Baràk. E con questi due acquisti (oltre a quello del finora quasi inutilizzato Zurkowski), il centrocampo è sulla carta più forte di quello dell’anno scorso.