La partita di ieri non può certamente essere considerata un test probante, troppo debole l’avversario, un Cosenza appena ripescato in Serie B che vale poco di più di una squadra primavera, pertanto direi di riporre in frigo le bottiglie di champagne che qualche tifoso estremamente voglioso di successi ha tirato fuori dopo aver rifilato i quattro gol alla simpatica compagnie calabrese.
Tuttavia qualche piccola indicazione la si può comunque trarre, prima fra tutte quella che Dusan Vlahovic è un lusso per questa Fiorentina, un lusso però indispensabile, un attaccante completo, fisico, tecnico, spietato sottoporta ed efficace anche in fase difensiva, un giocatore impossibile da sostituire con il limitato budget a disposizione della Fiorentina, nemmeno Belotti darebbe le stesse garanzie. Pertanto ci penserei bene prima di accettare qualsiasi offerta benché monster e farei di tutto per trattenerlo il più possibile. La Fiorentina non può permettersi adesso di perdere il suo giocatore migliore, soprattutto a meno di una settimana dall’inizio del campionato o peggio a campionato in corso; abbiamo chiesto a gran voce per anni l’attaccante da 20 gol e adesso che lo abbiamo trovato gratis, perderlo sarebbe gravissimo.
La seconda indicazione è che finalmente abbiamo un gioco, un allenatore propositivo con movimenti veloci e verticali che non rincula mai in nessun momento della partita, si è vero, come ho detto prima l’avversario era modesto, ma il dna tattico lo si è riconosciuto lo stesso, ci saranno in futuro avversari che ti renderanno tutto più difficile, ma lo spirito è quello giusto finalmente, dopo due anni di buio assoluto questo è uno spiraglio di luce non indifferente.
Tuttavia, nonostante questo, arriviamo alla terza indicazione per poter aspirare ad obiettivi nobili, come la conquista di un posto europeo: questa rosa ancora non è sufficiente, manca un regista di centrocampo e un interno di qualità oltre a Castrovilli, Bonaventura e Maleh che in una squadra ambiziosa possono essere considerati ottimi rincalzi ma non titolari. In quanto al regista è un problema atavico di questa squadra manca dai tempi di Pizarro, sia Pulgar che Amrarbat non sono adatti a ricoprire questo ruolo, entrambi con grandi doti interdittive ma senza nessun abilità nel dettare i tempi di gioco, né hanno i piedi per il passaggio illuminante e veloce, dote indispensabile per il gioco di Italiano.
Manca a mio modo di vedere anche un esterno, visto che Italiano non sembra stravedere per Sottil e che Callejón è apparso anche ieri lontano dall’essere anche solo una controfigura di un giocatore decisivo. Da non sottovalutare nemmeno il problema difensori centrali, ieri Italiano ha preferito affidarsi a due eterni partenti (Pezzella e Milankovic) piuttosto che fare giocare i sicuri (Quarta e Igor); che sia un messaggio per la società ?
La strada quindi per tornare ad essere la Fiorentina è ancora lunga e piene di insidie ed ostacoli, molto rischioso affidarsi soltanto all’allenatore che rispetto a quello passato è sì superiore di un paio di categorie, ma che ha bisogno di giocatori per raggiungere determinati obbiettivi, a dispetto del cognome non credo possa fare miracoli, a meno che, e non ci voglio credere, l’obiettivo della Fiorentina sia quel decimo posto che ai tempi del giglio alabardato era considerato un insuccesso.
E infine, ultima indicazione: Gonzáles sembra davvero un ottimo giocatore, un perfetto compagno per Vlahovic. Sarebbe un peccato non poterli vedere giocare insieme, perché supportati da una squadra completa potrebbero farci rivivere i fasti degli anni ’80 e non solo attraverso le magliette dal sapore vintage.