Christensen: 5,5 – Mi ha convinto poco il nuovo portiere viola, sarà perché con i piedi, in appoggio, mi ha dato l’impressione di non saperci fare. Il tiro di Rafia, che porta al primo gol del Lecce, è difficilmente parabile, sulla rete del pareggio (colpo di testa di Krstovic) non è riuscito a opporsi, nonostante la conclusione centrale. Rivedibile.
Dodo: 5,5 – Nell’arco dei novanta minuti, finisce per perdere il duello, piuttosto acceso, con Banda. Pur avendo ben interpretato il ruolo nei primi 45′.
Milenkovic: 6 – Sempre attento e sul pezzo. Pochi fronzoli, gioca semplice e sbroglia in più di una circostanza come, ad esempio, quando deve rimediare dopo un errore di Quarta.
Martinez Quarta: 5 – Nel primo tempo mi è piaciuto, pareva tornato il miglior Quarta. Impressione che, nel proseguo della gara, è cambiata: qualche sbavatura, un retropassaggio ad alto rischio, fino al secondo gol del Lecce, quando Krstovic lo ha sovrastato.
Parisi: 6 – Vivace ed efficace, lui il duello col suo diretto avversario l’avrebbe vinto. Gli do un mezzo voto in meno perché, nell’azione del pari leccese, qualche responsabilità ce l’ha.
Arthur: 5,5 – Avvio di grande spessore con ottimi recuperi e l’assist per Duncan che porta al raddoppio. Poi il calo, notevole, e l’errore da cui nasce la rete di Rafia.
Dal 72′ Mandragora: 5,5 – Non riesce ad entrare in partita, da registrare una conclusione deviata in corner, su azione viziata da un fuorigioco di Nzola.
Duncan: 6,5 – Prima frazione quasi da fenomeno: assist dalla bandierina per l’uno a zero, poco dopo è lui che mette dentro, di testa, il secondo gol viola. Avrebbe anche l’occasione del 3-0, ma il suo tiro scheggia il palo. Sempre presente sia in fase di interdizione che di impostazione. Poi il calo, qualche errore e il cambio.
Dall’82’ Infantino: sv.
Gonzalez: 6,5 – Per Nico, più o meno lo stesso giudizio dato a Duncan. In sostanza, un ottimo primo tempo e un secondo in ombra.
Bonaventura: 5,5 – Spesso ingabbiato (un po’ come a Vienna), compiccia poco, complice un’evidente stanchezza.
Dall’82’ Kouamé: 5,5 – A parte un colpo di testa terminato di poco a lato, annaspa in sintonia con i compagni.
Sottil: 5 – Mi è sembrato imballato. Forse per questo non è stato capace di contribuire con quegli strappi che lui sa fare.
Dal 65′ Brekalo: 5,5 – Direi più vispo di Sottil, ma alla fine dei conti non ha risolto il problema sulla fascia.
Beltran: 6,5 – Questo è un bel giocatore. Ha tecnica, è sveglio, sa proteggere il pallone, ha visione di gioco. Non ha segnato perché non è stato messo in condizione, ma ha sempre partecipato alla trama offensiva.
Dal 65′ Nzola: 5,5 – Poco o nulla lì davanti, a parte una buona azione – quella conclusa da Mandragora –, ma in posizione di offside.
Italiano: 5 – Alla seconda di campionato, la Fiorentina butta via due punti. Punti che, dopo aver visto il primo tempo, sembravano decisamente in cassaforte. E invece, no. La Viola nella ripresa si affloscia, come spesso accadeva nella scorsa stagione. D’Aversa, purtroppo, vince il confronto, perché il suo Lecce ha saputo attendere che le batterie della Fiorentina finissero. E dopo il match col Rapid Vienna, lo si poteva presagire. Io credo che i cambi siano stati tardivi. Bonaventura, per citarne uno, prima dell’intervallo pareva stanco. Ma è stato sostituito all’82’. Per cui dico che Italiano ha le sue responsabilità. Al di là dei cambi, senza impelagarsi in discorsi su condizione e recuperi, ho l’impressione che ci sia da lavorare anche sulla mentalità della squadra, perché una gara come questa, con un avversario così così, giocata davanti al proprio pubblico, va saputa gestire. Con intelligenza.