Carissimo Presidente, riaccenda l’entusiasmo e io sarò pronto a…

Tempo di lettura: 2 minuti circa

Carissimo Presidente, chi le scrive è un tifoso della Fiorentina, frequentatore degli spalti dal 1972 (all’epoca avevo 5 anni e andavo in Maratona, poi in Fiesole e, invecchiando, in Tribuna). In tutti questi anni la cosa che non è mai venuta meno è stato l’entusiasmo. Che parola fondamentale entusiasmo, sembra un miraggio, un ricordo lontano!
Noi siamo nelle sue mani, Presidente, per ritrovare quello stato d’animo.
Le racconto un aneddoto che mi riguarda da vicino.

Negli anni della Champions League, la Fiorentina doveva giocare a Lione contro l’Olympique e per motivi di lavoro io declinai l’invito degli amici a partire alla volta della Francia. La mattina del match, saranno state le 9, venni assalito da un impulso irrefrenabile: dovevo andare a vedere la Fiorentina, non potevo mancare; mi affacciai alla finestra di casa e vidi il mio scooter parcheggiato sotto, uno Yamaha Majesty 400, e lì mi venne l’idea; io vado a Lione in scooter. Mi coprii con strati di vestiti infiniti, misi di tutto addosso, in casa ovviamente dissi che sarei andato in macchina con gli amici, ma loro ormai erano già lontani…

Partenza, via! Lo strato superiore a vista era una tuta da pioggia della Fiorentina, con sciarpa svolazzante! Quindi, vi potete immaginare, lungo il tragitto, più mi avvicinavo alla meta, più le persone capivano che io realmente stessi andando a Lione in scooter. Fu un delirio totale, ogni autogrill era una festa, mi fotografavano tutti, vedevo auto che si avvicinavano a me in autostrada da dietro per fare la foto alla mia targa su cui aveva lo stemma della Fiorentina. C’era chi mi offriva il caffe, chi mi pagava il pieno di benzina, insomma tutto veramente spettacolare.

Arrivato all esterno dello stadio di Lione (bellissimo) fui sommerso da applausi, i giocatori stessi della Fiorentina passarono di fianco a me con il pullman e tutti erano in piedi ad applaudirmi. Vede Presidente, noi lì giocammo una gran partita, uscimmo a testa alta, orgogliosi dei nostri giocatori, della nostra maglia e della nostra città. Il ritorno in scooter fu lungo ma bello e quest’avventura fu la prima di altre due (a Budapest con il Debreceni e a Monaco con il Bayern di Ribery, sempre su 2 ruote).

Presidente, adesso sta a lei, riaccenda questo entusiasmo e io sono pronto a riprendere lo scooter.

Un saluto,
Stefano Amorosi

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