Non poteva essere migliore questo debutto in campionato: tre punti strameritati, conquistati in trasferta contro un Genoa, per la verità rimaneggiato, che ieri sera si è trovato di fronte una vera orchestra, la Fiorentina. Sapientemente diretta dal maestro Arthur Melo. Un’orchestra dinamica, capace di esaltare l’estro dei suoi solisti che, a rotazione, hanno saputo suonare le frasi migliori.
Tra questi voglio sottolineare le performance di Biraghi, troppo spesso criticato anche troppo, e di Bonaventura, i migliori in campo. Poi la nota più intrigante della serata, l’esordio in Serie A di Kayode, non ancora ventenne, con una prestazione, impeccabile, di grande personalità.
L’ensemble viola esce dal Ferraris tra gli applausi e si piazza in cima alla classifica, in attesa dei risultati delle altre che giocheranno oggi pomeriggio. E con la possibilità di replicare al prossimo appuntamento, tutt’altro che proibitivo, in casa col Lecce, passando dal playoff di giovedì in Conference, a Vienna.
Nel frattempo sarà il mister a trasmettere ai ragazzi come gestire l’entusiasmo per trasformarlo in energia positiva. E su Vincenzo Italiano (e il suo staff) voglio dire che il lavoro svolto al Viola Park ha dato i suoi frutti: gli errori commessi nella scorsa stagione sono stati corretti. Mi riferisco principalmente alla preparazione atletica – ieri i giocatori arrivavano primi su ogni pallone – e all’impostazione tattica, in cui spicca una migliore coesione tra i reparti.
La sensazione è che potrebbe essere una bella annata. Perché iniziare così non può che far ben sperare, fermo restando che i nuovi arrivati devono ancora integrarsi nel gruppo. E quando saranno al top, credo che la Fiorentina potrà viaggiare nelle posizioni che le competono.
Alziamo l’asticella? Al sesto posto ci possiamo arrivare.
Che musica!
Non poteva essere migliore questo debutto in campionato: tre punti strameritati, conquistati in trasferta contro un Genoa, per la verità rimaneggiato, che ieri sera si è trovato di fronte una vera orchestra, la Fiorentina. Sapientemente diretta dal maestro Arthur Melo. Un’orchestra dinamica, capace di esaltare l’estro dei suoi solisti che, a rotazione, hanno saputo suonare le frasi migliori.
Tra questi voglio sottolineare le performance di Biraghi, troppo spesso criticato anche troppo, e di Bonaventura, i migliori in campo. Poi la nota più intrigante della serata, l’esordio in Serie A di Kayode, non ancora ventenne, con una prestazione, impeccabile, di grande personalità.
L’ensemble viola esce dal Ferraris tra gli applausi e si piazza in cima alla classifica, in attesa dei risultati delle altre che giocheranno oggi pomeriggio. E con la possibilità di replicare al prossimo appuntamento, tutt’altro che proibitivo, in casa col Lecce, passando dal playoff di giovedì in Conference, a Vienna.
Nel frattempo sarà il mister a trasmettere ai ragazzi come gestire l’entusiasmo per trasformarlo in energia positiva. E su Vincenzo Italiano (e il suo staff) voglio dire che il lavoro svolto al Viola Park ha dato i suoi frutti: gli errori commessi nella scorsa stagione sono stati corretti. Mi riferisco principalmente alla preparazione atletica – ieri i giocatori arrivavano primi su ogni pallone – e all’impostazione tattica, in cui spicca una migliore coesione tra i reparti.
La sensazione è che potrebbe essere una bella annata. Perché iniziare così non può che far ben sperare, fermo restando che i nuovi arrivati devono ancora integrarsi nel gruppo. E quando saranno al top, credo che la Fiorentina potrà viaggiare nelle posizioni che le competono.
Alziamo l’asticella? Al sesto posto ci possiamo arrivare.
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