Sono passate due notti dalla notizia ormai certa della cessione di Vlhaovic alla Juventus, ho volutamente aspettato prima di scrivere il mio pensiero perché non volevo che fosse condizionato dall’inevitabile reazione istintiva ad una notizia cosi devastante. Adesso, a mente fredda, e dopo due notti insonni, reputo che sia un operazione dal punto di vista tecnico completamente sciagurata.
Non è tanto la cessione in sé, e nemmeno il fatto che sia andato alla Juve – ormai ci stiamo abituando anche a questo –, sono i tempi e i modi che proprio non riesco a capire. La Fiorentina quest’anno ha la possibilità concreta di tornare nel calcio che conta, dopo anni di assoluta mediocrità, e cedere a gennaio, a metà stagione, uno dei migliori attaccanti d’Europa che rappresenta il 50% dei punti realizzati sino ad ora, a un anno e mezzo dalla scadenza del contratto con uno stipendio di “appena” 800.000 euro, denota, oltre che un problema gestionale, anche un’assoluta mancanza di ambizioni sportive, sacrificata al mero dio denaro ed alla assenza di regole che a parole, e sembra solo a parole, Commisso vorrebbero combattere.
A memoria non ricordo una squadra che avesse qualche obbiettivo serio, rinunciare al proprio miglior giocatore, anche per una cifra importante; solo Il Genoa di Preziosi che tra latro sono anni che non alza l’asticella oltre la salvezza. Una squadra di calcio non vive di soli soldi, vive sopratutto di risultati sportivi, il denaro deve essere solo un mezzo per ottenere quei risultati non il fine gestionale; sono sopratutto le vittorie che fanno aumentare il fatturato.
L’obbiettivo di questa proprietà sembra invece essere un altro, devo ammettere che Commisso su questo è stato chiaro e trasparente, lo ha detto più volte quando ha spiegato del perché ha preferito spendere 27 milioni per Gonzalez piuttosto che per Oliveira: il primo garantisce una futura plusvalenza, il secondo no, porterebbe solo benefici tecnici immediati, così come Berardi, stesso discorso, dimenticandosi però che gli ultimi giocatori che hanno portato la Fiorentina a ottenere risultati e a fatturare oltre il muro dei 100 milioni sono stati giocatori arrivati nel pieno della carriera: Toni, Mutu, Gilardino… Se oggi si fattura “solo” 70 milioni, nonostante le eccezioni eccellenti e non raggiungiamo alcun risultato apprezzabile dobbiamo porci qualche domanda.
Quale futuro sportivo può avere una squadra che mette al centro della sua gestione una futura plusvalenza, se appena un giocatore diventa un top, nemmeno il tempo di un breve respiro che è già venduto come era solito fare appunto il già citato Preziosi. Questo non è il mio calcio, questa è la fine del mio calcio, dove difronte al denaro tutto diventa sacrificabile, dove comandano i procuratori e nessuno ha il coraggio di opporsi per paura di perdere soldi: il mio calcio è passione è gioia è amore per la maglia per i colori, se ragionassi cosi che senso avrebbe spendere soldi per l’abbonamento, sono soldi persi che non mi garantiscono un guadagno, perché dovrei spenderli?
Oggi sembra che arrivi Cabral, ottimo giocatore che avrà comunque bisogno di tempo (speriamo che questo non ci costi troppo in termine di punti) per capire il gioco di Italiano; viene da un campionato non difficilissimo, ma ha segnato davvero tanto ed è stato recentemente convocato nella nazionale brasiliana, quindi ottime referenze, speriamo riesca a portarci là dove meritiamo di stare, con la speranza che tra un anno non venga anche lui ceduto alla Juventus per un pacco di milioni, che tanto fanno felici i tifosi 2.0, nemmeno finissero nei loro conti correnti.