Silenzio, parla Rocco Commisso, e ogni volta che parla, si loda come fosse il migliore presidente non solo della storia della Fiorentina, ma di tutto il panorama calcistico mondiale, Liverpool e Chelsea comprese.
Ogni volta ci tocca sentire di come la Fiorentina non possa, numeri alla mano, a oggi competere per posizioni di classifica più dignitose di un nono o decimo posto, senza distruggere il Franchi.
Di come sia difficile portare una squadra dal 17° posto ai primi sei in pochi anni e senza stadio, di come sia ricco e potente, che i fiorentini dovrebbero baciare la terra dove passa anziché ostacolarlo e criticarlo.
Insomma, a parte il tifo organizzato, ad ascoltare le parole di Commisso, Firenze sarebbe un città ingrata perché ancora non lo ha eletto signore di Firenze come fu Lorenzo il Magnifico. Ci sono addirittura alcuni giornalisti che osano criticarlo e per questo gli sarà (forse) interdetto l’accesso al nuovo centro sportivo.
Non credo che questo sia l’atteggiamento giusto per poter costruire qualcosa di positivo; certamente queste dichiarazioni servono a ottenere un facile consenso populista verso la parte più accesa della tifoseria ma, di contro, creano nei confronti di tutti gli altri – istituzioni comprese – un muro che sarà difficilmente superabile.
Personalmente, per cultura e formazione, tendo a diffidare da chi definisce stupido chi lo critica e da chi fa continuamente sfoggio della propria potenza economica per ostentare la propria superiorità.
Quando si ricopre una carica importante e prestigiosa, come la presidenza della Fiorentina, bisogna essere pronti a subire le critiche, sopratutto quando i risultati sportivi lasciano a desiderare e non si riesce, nonostante i milioni spesi, a tirare fuori la squadra dai bassi fondi della classifica.
Ovviamente le critiche debbono essere costruttive e se dovessero sfociare in becere offese ci si difende attraverso gli strumenti che l’ordinamento ci mette a disposizione, non con attacchi personali alla radio verso un’intera redazione di un emittente non gradita, offendendo la professionalità dei giornalisti che vi lavorano.
Siamo tutti tifosi critici e non e vorremo vedere una Fiorentina vincente, abbiamo sperato che con questa nuova proprietà piena di entusiasmo e simpatia (perché a prima vista indubbiamente Rocco rimane simpatico) si potesse presto tornare a vedere una Fiorentina europea, come abbiamo ammirato in tempi recenti senza stadio e centro sportivo. Le infrastrutture servono per rendere una società moderna, non competitiva; a renderla competitiva ci dovrebbero pensare i giocatori e gli allenatori giusti. Credevo e speravo che i tempi dei conti, dei bilanci e dei centri commerciali fossero rimasti a Casette d’Ete insieme agli ultimi anni della vecchia proprietà e che a Firenze si ricominciasse a fare calcio.