sabato 23 Settembre 2023

Dott. Manzuoli, meglio una preparazione in montagna o in città?

Tempo di lettura: 3 minuti circa

Svolgere la preparazione al Viola Park, piuttosto che in montagna, mi ha fatto riflettere su quelli che potrebbero essere i pro e i contro di questa scelta. Scelta assolutamente legittima, visto che è stato fatto il massimo per realizzare questo meraviglioso centro sportivo, fiore all’occhiello della gestione Commisso, e per renderlo operativo dal 12 luglio.

Quando la società ha fatto sapere che la Fiorentina si sarebbe radunata al Viola Park, invece di raggiungere Moena come negli anni passati, la prima cosa che mi sono chiesto è come ci si può preparare al meglio con un clima sempre più difficile, quando ormai, ogni estate a Firenze, si raggiungono anche i 40 gradi? È vero che la struttura di Bagno a Ripoli è dotata di zone indoor sicuramente climatizzate e super attrezzate, ma è altresì vero che, oltre agli allenamenti in palestra, si deve scendere in campo. E non solo per giocare le amichevoli.

Ho girato la mia domanda al dottor Marcello Manzuoli, medico chirurgo specializzato in Medicina dello Sport, con un trascorso importante nella Fiorentina tra il 1992 e il 2002 quando ha ricoperto il ruolo di medico sociale e sotto le sue cure sono passati giocatori del calibro di Batistuta, Rui Costa, Toldo, tanto per citarne alcuni.

«Da un punto di vista metodologico non penso ci siano grandi differenze tra la preparazione in montagna o in città. È chiaro che ciò che cambia è la situazione ambientale: in montagna sicuramente c’è un clima più accettabile, quei cinque o sei gradi in meno, certo, hanno importanza. Il problema, quindi, è marginale. Oggi anche altre squadre lavorano in città, per esempio il Milan va in ritiro a Milanello. I centri sportivi di proprietà ormai sono all’avanguardia, con strutture confortevoli e ben climatizzate, quindi con condizioni ottimali. Per quanto riguarda l’attività sul campo, sicuramente vengono scelti orari in cui la temperatura è più sopportabile. E i giocatori dovranno idratarsi bene, prendere soluzioni idrosaline».

Questi cinque-sei gradi in più rispetto alla montagna, possono influire sul recupero a fine giornata e su eventuali infortuni muscolari?

«Se dopo l’allenamento ti trovi in un ambiente confortevole, il recupero avviene in maniera adeguata, indipendentemente dalla sede. Per quanto riguarda gli infortuni, ci vuole un attimo di attenzione: con la perdita abbondante di liquidi è più facile avere problemi muscolari. Ecco l’importanza dell’idratazione, prima e durante gli allenamenti. È chiaro che, in situazioni climatiche avverse, sia per il caldo che per il freddo pungente, la possibilità di avere infortuni muscolari è più elevata ed è molto importante, durante il ritiro estivo, ridurre al minimo l’incidenza degli infortuni, perché l’esperienza mi insegna che stop e interruzioni della preparazione portano a una condizione meno ottimale e, nello stesso tempo, è più probabile infortunarsi durante il campionato».

È fondamentale fare una distinzione tra preparazione e allenamento…

«Nella preparazione si tende a ripristinare nell’atleta determinate qualità, come la resistenza, la forza, l’efficienza atletica globale. Il lavoro svolto in questa fase spesso è difficile ripeterlo durante l’anno».

Nella scorsa stagione, hai seguito la Fiorentina? Hai notato cali di condizione?

«L’ho seguita abbastanza. Per quello che ho visto, nella seconda parte del Campionato la Fiorentina ha mostrato forse la migliore condizione atletica della Serie A. Il fatto è che si tende a fare delle analisi sulla base dei risultati e, quando questi non arrivano, si vanno a trovare difetti dappertutto! Francamente non ho mai visto una Fiorentina inferiore rispetto agli altri sul piano fisico».

Un ricordo, un aneddoto legato al periodo in cui hai lavorato in Fiorentina?

«Quando eravamo in ritiro a Roccaporena, l’allenatore Claudio Ranieri mi prese da una parte e mi chiese se ero disponibile a dormire in camera con un giocatore, invece che in camera singola. Perché questo giocatore aveva paura di sentirsi male, era preso dall’ansia… Per cui decisi di dormire con lui e si fece tutto il ritiro insieme!».

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