Terracciano: 6 – Non è fortunato (dopo una respinta poco seria) quando tenta di opporsi a Sánchez, causando il rigore, giustamente assegnato da Massa in collaborazione col Var. Non dà sicurezza nell’arco dei 90 minuti, ma si rifà nei supplementari negando il gol a Lukaku. Nulla può sul colpo di testa del numero 9 nerazzurro.
Milenkovic: 6,5 – Ancora una gara ordinata, gestita sempre con grande attenzione.
Martínez Quarta: 7 – Questo è un ottimo giocatore, prova sempre a giocare d’anticipo e spesso ci riesce. Impeccabile in chiusura, peccato per l’episodio che – a soli due minuti dal termine dell’incontro – porta l’Inter alla vittoria: il difensore argentino subisce un blocco da Lukaku (non preso in considerazione dal direttore di gara).
Igor: 6 – Un po’ in difficoltà nei primi 45 minuti, perché ha un passo diverso dagli attaccanti avversari; riesce comunque a restare bene in partita. Cerca sempre di evitare lanci lunghi, provando (a volte correndo qualche rischio) a costruire.
Cáceres: 6 – Copre la fascia con buona dinamicità fino al momento del cambio con Venuti.
Amrabat: 7,5 – Molto bene, è il faro del centrocampo, il regista a tutto campo. Tanti i palloni recuperati, così come quelli giocati. È in forma e adesso ricorda il bel giocatore che è stato nella passata stagione.
Bonaventura: 8 – Non era tra gli undici titolari, ma parte dal primo minuto causa forfait di Borja Valero. È l’uomo del match: 120′ di grande intensità, dribbla, crea superiorità numerica, spinge e conclude; decisivo anche in fase difensiva. Ecco, questo sì che è il vero Jack! Sontuoso.
Castrovilli: 7 – Anche lui è protagonista di un’ottima prova, inventa sulla tre quarti, è quasi imprendibile e si sacrifica rientrando talvolta fino alla propria area. Ancora in crescita.
Biraghi: 6 – Più che altro una prestazione difensiva che, tutto sommato, non è così male; si fa anche vedere in avanti, ma non crea spunti pericolosi.
Eysseric: 4,5 – Prende il giallo dopo 5 minuti, corre poco ed è fuori dal ritmo partita; sembra di una categoria inferiore, speriamo che la sua avventura fiorentina sia giunta al capolinea.
Kouamé: 6,5 – Primo tempo evanescente, salvo un’azione con cui si procura un rigore (inesistente, rivisto al Var). Unica (e prima) punta fino al secondo tempo: quando viene affiancato da Vlahovic dà la sensazione di muoversi meglio. Segna uno splendido gol al sette dal limite dell’area e lavora bene fino al cambio.
Vlahovic: 6 – Combatte come sempre, cerca di far valere la sua fisicità facendo a sportellate con i diretti avversari. La sua presenza dà più concretezza in fase di attacco. Non arriva su un bell’assist di Bonaventura.
Venuti: 6 – Entra al posto di Cáceres, ha un gran lavoro da fare sulla fascia di competenza. L’Inter, infatti, spinge molto sulla sinistra e riesce a mettere in area palloni insidiosi. Prova in un paio di occasioni a impegnare Handanovic.
Callejón: 5 – Come Kouamé nel primo tempo: impalpabile, nonostante non si risparmi, rincorrendo gli avversari. Come seconda punta o come rifinitore dietro il centravanti non funziona. Soprattutto se in posizione accentrata.
Prandelli: 6,5 – Borja Valero, inserito inizialmente negli undici titolari, si blocca nel riscaldamento. Così Prandelli è costretto a rivedere la formazione e decide di mandare in campo Bonaventura. Una scelta di ripiego che dà invece una marcia in più alla Fiorentina, perché l’ex Milan oggi è particolarmente ispirato.
Si parte con un 3-4-2-1 (Ribery non è recuperato e si accomoda in tribuna) che evidenzia, almeno nella prima frazione di gioco, una buona fase difensiva, tenendo presente la caratura dell’avversario. Ripresa ben diversa, con i Viola – giocoforza – con due punte e costantemente presenti nella metà campo interista, spesso anche con possesso palla. L’ingresso di Vlahovic ha sicuramente portato più vantaggi rispetto al cambio Venuti-Cáceres.
In sostanza, oggi la Fiorentina e quella che vorremmo che fosse, peccato per l’episodio finale che, comunque, non macchia una grande prestazione.
Per Prandelli un mezzo voto in meno solo per non aver sfruttato tutti i cambi a disposizione, anche se a disposizione non aveva granché (Duncan, Barreca, Montiel, Krasted, Dalle Mura…).