Il giornalista collettivo, che non ha studiato e che non ne sa più di un tifoso, si limita a guardare il risultato, e in base a esso critica o elogia. Venuti ha la responsabilità dell’ultimo gol preso? Il giornalista dirà che non andava messo in campo. Che è stato un errore marchiano dell’allenatore. Cerchiamo di andare un po’ al di là e analizziamo cosa ha fatto Italiano contro l’Inter mettendoci nei suoi panni.
Formazione iniziale
Direi che Italiano l’ha azzeccata: fuori Baràk – un centrocampista offensivo – per Duncan, uno più difensivo: chiaro l’intento di restare prudente davanti a una squadra più forte. Poi, in attacco, Gonzalez, Cabral e Kouamé, che, dopo l’infortunio di lunedì a Jovic, e l’incoraggiante prova del brasiliano contro il Lecce, era il tridente che dava maggiori garanzie. Quindi, sulla formazione, niente da dire.
Sostituzioni
Obbligata quella di Gonzalez per Ikone. Sono invece state discusse le successive. Al 52’ (sull’1-2) ha tolto un centrocampista difensivo – Duncan – per schierare un attaccante – Jovic – che ha messo centrale dietro a Cabral. È vero che Jovic, salvo il gol, non ha quasi toccato palla, ma lo scopo era appunto quello di avere un attaccante in più che potesse sfruttare ogni possibile occasione. Un rischio calcolato. L’alternativa era mettere Barak al posto di Duncan.
Hanno fatto ancora più discutere le tre sostituzioni successive: all’82’ (sul 2-3), Barak per Amrabat, Venuti per Dodo, e Terzic per Biraghi. La prima aveva la stessa logica di quella di Jovic: mettere un centrocampista più capace di fare gol; tenuto conto poi che Amrabat era già stato ammonito. Infine, le sostituzioni dei terzini: ripeto, la Fiorentina stava perdendo, e mancava una decina di minuti alla fine. Dodo e Biraghi non stavano giocando granché bene, e l’idea di Italiano era evidentemente di mettere forze fresche a spingere sulle fasce. Direi una scelta sensata.
Cosa allora non ha funzionato?
Innanzi tutto l’avversario era di livello: seconda in campionato l’anno scorso e vincitrice della Coppa Italia. Realisticamente, una sconfitta ci poteva stare. Poi, se Italiano ha azzeccato la tattica, restano i problemi di strategia. Il 46% delle azioni sulla sinistra, 30% centrali e solo il 24% sulla destra. Gli avversari lo sanno che i pericoli vengono solo da una fascia, e su quella si preparano a difendere. Ed è la stessa storia: col Lecce, con la Lazio, con l’Atalanta e oltre: si costruisce le azioni solo a sinistra.