Tre settimane fa sembrava che la Fiorentina avesse imboccato la giusta direzione dopo due stagioni deludenti, quando fu annunciato l’ingaggio di Gennaro Gattuso. Poi le prime mosse sul mercato, i sondaggi e le offerte per portare a Firenze quei giocatori graditi al nuovo allenatore. Si è parlato di Sergio Oliveira e Jesus Corona, centrocampisti del Porto, e di Gonçalo Guedes, attaccante del Valencia, entrambi della scuderia di Jorge Mendes, tra i procuratori più ricchi e potenti del panorama calcistico. Poi, il colpo di scena: la Fiorentina e Gattuso – si legge nel comunicato diffuso ieri – hanno deciso di non iniziare insieme la prossima stagione.
Una separazione che pare sia stata causata dalle esose richieste economiche di Mendes per trasferire in viola i giocatori graditi a Gattuso che, per l’appunto, fa anch’egli parte del roster di Jorge Mendes. Si parla di prezzi levitati, di commissioni alle stelle e forse anche di un certo pressing da parte del tecnico calabrese perché si concretizzassero al più presto questi acquisti.
Tutto ciò ha portato alla rottura, per cui adesso ci ritroviamo a dover ricominciare a pianificare quando mancano pochi giorni al ritiro di Moena. Questa situazione purtroppo danneggia la Fiorentina, costretta di nuovo a correre sul mercato, in attesa di definire chi sarà il nuovo mister: circolano anche nomi interessanti, ma ne parlo più avanti.
Vorrei ora esprimere la mia massima solidarietà verso la società perché comprendo pienamente questa presa di posizione, evidentemente promossa dai dirigenti e confermata dal presidente Commisso. Ci sono principalmente due aspetti da considerare: la Fiorentina deve ricostruire la rosa, Rocco può investire. Investire, però, non significa sperperare, ma spendere bene. Rocco può spendere e lo sanno tutti. Ed è per questo motivo che chi ha la possibilità di fare affari con lui prova ad ottenere il massimo o va addirittura oltre. È la regola del business, che piaccia o no. Certo è che in questo momento il percorso si complica e per recuperare servirà correre, tenendo ben presente che le cose fatte di fretta difficilmente portano vantaggi.
Torniamo all’allenatore. I nomi che circolano sulle testate e sui social sono diversi, alcuni interessanti, vedi Rudi Garcia e Rafael Benítez, altri un po’ meno (si parla addirittura dell’ennesimo ritorno di Iachini). Mi piacerebbe parecchio una figura come Benítez, uomo di grande esperienza e con un palmares significativo, che ha già allenato in Italia (Inter e Napoli). Anche Garcia sarebbe un nome a me graditissimo. Entrambi li avrei preferiti a Gattuso. Ci sono anche altri tecnici che la Fiorentina parrebbe aver preso in considerazione: Vincenzo Italiano, fresco di rinnovo con lo Spezia ma acquisibile (servirebbe 1 milione per rescindere), Paulo Fonseca, Claudio Ranieri, Walter Mazzarri e Fabio Liverani. Di questi, se proprio non dovessimo arrivare né a Benítez né a Garcia, preferirei Ranieri in quanto più esperto e in questo momento alla Fiorentina l’esperienza farebbe un gran comodo. In alternativa Fonseca (che non andrà al Tottenham).
Due parole sul mercato. Ovvio che finché non si definisce chi siederà in panchina è impensabile fare mercato, salvo occasioni clamorose che potrebbero comunque capitare. Altrettanto ovvio che i vari Oliveira, Corona e Guedes non arriveranno nemmeno se Mendes si presenterà al centro sportivo con un bidone di gelato del Badiani e una lettera di scuse! Credo servirà molto tempo per ricucire, sempre che lo si voglia fare.
Pare che nelle ultime ore Daniele Pradè, coadiuvato dal neo dirigente viola Nicolás Burdisso, stia trattando con lo Stoccarda l’attaccante (nazionale) argentino Nicolás González. Di lui si parla molto bene, è veloce, capace di saltare l’uomo e gioca su entrambe le fasce, all’occorrenza può agire da falso nueve.
Un pensiero dedicato a Giancarlo Antognoni, fino a oggi club manager della Fiorentina. Giancarlo è il simbolo della Firenze calcistica, l’unico 10, il ragazzo che giocava guardando le stelle come da anni viene definito. Quelli della mia generazione hanno avuto la fortuna e il piacere di vederlo giocare, ce lo siamo goduto, lo abbiamo amato e lo ameremo ad libitum. Con lui abbiamo sofferto e gioito.
Ebbene, corre voce che la società gli abbia proposto una collocazione nel settore giovanile, probabilmente come talent scout. Passare dalla prima squadra ai giovani suona come un declassamento e la sensazione è che Giancarlo non accetterà.
Concludo chiedendo a Commisso, se possibile, di ripensarci, di fare un passo indietro, di capire quanto questo personaggio è importante per la Fiorentina e per la Firenze del calcio. Giancarlo è la bandiera e per noi tifosi vale più di qualsiasi cosa. Uno come lui, in società, fa sempre comodo, per esperienza, conoscenze e competenza. Rocco, invece di proporgli un incarico inferiore, perché non promuoverlo? La butto lì: supervisore area tecnica?