Prima di parlare di Frank è bene partire da un concetto fondamentale per la rinascita Viola: la squadra.
Voglio iniziare da questo. Finalmente si comincia a vedere una squadra di calcio. Schemi, gioco e identità.
Prandelli sta facendo questo. Stiamo vedendo una squadra che cerca di imporre il proprio gioco, una squadra che per 90 minuti mette intensità e personalità nelle giocate. Speriamo che Napoli sia stato un incidente di percorso da cui imparare che oggi occorre soffrire e dare tutto in ogni partita.
Ancora non siamo a niente, è bene chiarirlo subito. Ma fino a poco tempo fa questo non era pensabile.
Un altro aspetto importante: la qualità. Alla qualità non si può rinunciare e non si deve rinunciare mai.
Sento dire talvolta che per la Fiorentina Ribery è un lusso. Ecco a uno come Ribery (o come Bonaventura) non si può mai rinunciare. Rappresentano qualità, inventiva e imprevedibilità.
Possiamo dire che l’esempio di questo è proprio il bellissimo gol che ha segnato il Kaiser Frank dopo un doppio dai e vai con Bonaventura. Ecco, a questa imprevedibilità non si deve mai rinunciare.
Ave Cesare. Forse è troppo presto ma Prandelli sta mettendo la sua mano in questa squadra e lo si vede dagli schemi d’attacco, prima del tutto inesistenti.
Forse chi ancora non riesce a trovare la sua posizione in campo, per quello che può dare e per quello che ci si aspetta da lui, è Castrovilli. Che la maglia n.10 sia un peso in questo momento? Non so se questa possa essere la soluzione ma Castro ha qualità e gamba per imporsi. Forse questo è il prossimo impegno per Prandelli: ricostruire Castrovilli.
Abbiamo bisogno anche della sua qualità.
Peccato per l’espulsione, necessaria però per arginare un “buco” difensivo che sicuramente avrebbe mandato a rete il calciatore granata.
Una menzione ancora per Martinez Quarta. Possiamo dire di aver trovato un ottimo difensore. Continua a fare prestazioni di sostanza e di qualità. Forse ancora mancano degli automatismi nel reparto arretrato ma, purtroppo, crediamo che dipendano – in questo momento – più dalla condizione di Pezzella che da altro. Il capitano non è quello di prima (anche sul gol di Belotti, lo lascia colpevolmente colpire a rete da solo).
Una menzione (negativa) per Milenkovic. È vero che Belotti fa una “sceneggiata napoletana” ma un giocatore esperto come lui non deve cadere in queste provocazioni. E certamente il suo comportamento ha contribuito al pareggio granata.
In attesa di Malcuit e, soprattutto, dell’incognita “intrigante” Kokorin, possiamo dire che la strada è quella giusta: intensità, carattere e personalità.
Qualità che serviranno tutte per il prossimo match contro l’Inter.