La simulazione è un comportamento tendente a illudere o a ingannare attraverso espressioni fittizie di sincerità… Questa è la spiegazione del sostantivo femminile ‘simulazione’. E purtroppo il nostro calcio è pieno di comportamenti di questo tipo, a differenza di altri campionati dove l’arte dell’inganno è quasi del tutto assente (penso al campionato inglese, per esempio).
Qui da noi si comincia dal calcio giovanile e dalle serie minori con le simulazioni che vengono considerate come armi di gioco e non vengono quasi mai criticate e stigmatizzate ma addirittura vengono incoraggiate. Ciò nonostante, a ogni inizio di campionato, arbitri e addetti ai lavori delle massime serie si ritrovano in riunioni dove si fa bella intenzione di adeguarsi a principi di etica e correttezza sportiva condannando il calcio violento e anche le simulazioni.
L’altra sera, nell’episodio che ha coinvolto Milenkovic e Belotti, a parer mio la simulazione dell’attaccante granata si è concretizzata ai massimi livelli con addirittura la farsa della borsa di ghiaccio messa sulla faccia per cercare di stare meglio dopo la presunta testata del difensore viola. Vero è che Milenkovic doveva evitare di cadere nel trappolone del granata (visto che la viola era già in dieci), però Belotti così facendo si è macchiato agli occhi dell’Italia calcistica di un gravissimo comportamento antisportivo: lo svenimento fuori controllo, i rantoli a terra, la borsa del ghiaccio per uno sfioramento e non una testata, proprio non mi sono piaciuti e intaccano la professionalità del centravanti della nostra Nazionale.
Comportamenti di questo tipo e mi permetto di aggiungere arbitri senza attributi non fanno bene al calcio italiano e forse dovrebbero far riflettere i padroni del sistema che hanno sempre più difficoltà a vendere all’estero i diritti del nostro campionato al quale viene preferito quello inglese e spagnolo. Lo spettatore internazionale vuole vedere tecnica, corsa, intensità, impegno ma non simulazioni e inganni.
E per finire, grande la Viola che in 9 contro 11 è stata più forte delle finzioni di Belotti e della pavidità di Di Bello…