Money, it’s a crime. Share it fairly but don’t take a slice of my pie, Money, so they say
is the root of all evil today… Cantano i Pink Floyd in uno di quei brani che ha fatto la storia della musica; e i soldi hanno caratterizzato il mercato di gennaio della Fiorentina, i soldi stanno cambiando il modo di tifare, non si tifa più affinché la propria squadra vinca le partite, raggiunga traguardi prestigiosi, ma si fanno caroselli se si incassa milioni , se si portano a compimento cessioni che riempiono la casse della società , poco importa se a metà stagione si perde il capocannoniera del campionato, se si perde il 50% di potenziale di punti, l’importante è incassare.
Io non ci sto, io sono orgoglioso di essere uno degli ultimi romantici del mondo del calcio, quando parlo di romantico intendo l’antico significato della parola; romantico è chi reagisce alla razionalità con l’emotività, la fantasia e l’immaginazione. Il romantico non usa la calcolatrice,il romantico sogna senza dormire,ed i sogno gli permette di lasciarsi verso l’Assoluto, la spinta ad oltrepassare i limiti della realtà. Il romantico insegue disperatamente quel sogno, la visione, la follia. La follia di combatterete per principi che rifiutano di piegarsi a biechi interessi economici.
Mi rendo conto che che questo mood sia lontano anni luce dal mondo di calcio di adesso, e sono consapevole del fatto che quel calcio non tornerà più, e se dovessi seguire la razionalità, la stessa che che ti impone di vedere il migliore giocatore in mezzo alla stagione perché perdere 75 milioni sarebbe un delitto, allora questo calcio non dovrei seguirlo più, ad invece nonostante tutto riesco sempre ad emozionarmi grazie alla mio spirito dannatamente romantico.
Fatta questa premessa mi riesce difficile dare il classico voto al mercato della Fiorentina, i numeri che sono impietosi mi imporrebbero di dare un 5 pieno, perché l’operazione cessione Vlahovic da un punto di vista tecnico è un operazione completamente dissennata per un serie dei motivi : si cede una certezza, il capocannoniere del campionato quando siamo in pena corsa per lEuropa, si è creato un spaccatura tra i tifosi e non solo, vedremo anche con il tempo quali effetti avrà nello spogliatoio; E sopratutto si cede ancora una volta alla Juventus ,creando un tensione sociale non indifferente, offrendo inoltre alla odiata rivela la chiave per una qualificazione pressoché certa per la Champions, che senza Vlahovic sarebbe stata tutt’altro che sicura.
Il 5 non dipende comunque solo dalla cessione di Vlahovic il mio è un 5 che ha le sue radici in un modo di concepire il calcio che per un romantico come il sottoscritto non può respingere, si compra per rivendere non per crescere, ed il caso Alvarez ne è un’ ulteriore testimonianza, trattativa interrotta non per il prezzo del cartellino ma per una percentuale di futura rivendita considerata troppo alta, quasi come come se la rivendita fosse più importante dell’investimento nel giocatore, cosi come l’incasso di 75 milioni è più importante dell’impoverimento tecnico della squadra a metà campionato. Money, it’s a crime…
Tuttavia come ho scritto prima però, quando si parla di calcio a me piace essere poco razionale e molto tifoso, per cui non posso che augurare alla Fiorentina di proseguire la sua corsa europea anche senza il suo cannoniere, e che Cabral (buonissimo giocatore) non lo faccia rimpiangere ,che Italiano riesca a sopperire alla mancanza del suo potenziale più grande facendo rendere al massimo i due giocatori titolari che andranno a sostituirlo.
Sabato ci sarà un partita importantissima per tastare le potenzialità e le ambizioni eruropee della Fiorentina, contro una diretta concorrente, vincere sarebbe fondamentale, compatterebbe un ambiente che questa vicenda ha inevitabilmente diviso, sarebbe un segnale importante contro la strapotere del denaro, il cuore oltre la ragione dei soldi. Ho più volte scritto che per vincere bisogna non dividerci , riponiamo gli striscioni ed incitiamo la squadra in questo difficile momento, anche se a Firenze ci piace complicarci la vita e che raramente siamo mai stati uniti.