Ho aspettato un mesetto dal termine della finestra del cosiddetto mercato di riparazione prima di scrivere questo post attraverso il quale esprimo la mia idea sulle difficoltà che la Fiorentina sta manifestando negli ultimi tempi, sorvolando sugli ultimi acquisti… Lo scrivo in un momento di relativa tranquillità – il Cagliari, terz’ultimo, dista 10 punti –, alla vigilia di un match importante, quello di domani a Udine, che ci vede impegnati contro un avversario che, come noi, galleggia nella bassa classifica, a pari merito con 25 punti dopo 23 giornate.
Come sappiamo, la Fiorentina ha il settimo monte ingaggi della Serie A ma, da tempo, non riesce a emergere e viaggia a una media punti insoddisfacente. Ciò accade dalla stagione 2018/2019, ultimo anno della gestione Della Valle.
Con l’insediamento della nuova proprietà (giugno 2019) purtroppo la situazione non è mutata: nonostante il cambio del direttore sportivo (via Corvino e dentro Pradè), l’arrivo di nuovi giocatori e, come dicevo, l’innalzamento del monte ingaggi, ci troviamo più o meno alle solite. E la Fiorentina non dà segnali di rinascita. È evidente che, a questo punto, non resti altro che sperare che anche questa stagione termini il prima possibile e senza problemi, ma vorrei capire cosa la proprietà sta facendo per ripartire con ambizione.
Questo è il momento in cui bisogna tirare le somme e cominciare a costruire qualcosa. Leggo sulle varie testate viola i nomi dei futuri allenatori papabili, da Sarri ad Allegri, da Gattuso a Italiano… Ma Pradè rimane? Se arriva Sarri arriva Giuntoli? Insomma, cosa vorrà fare Commisso? Vorrà resettare o ricostruire a poco a poco?
Io parto da un’analisi dello stato dei fatti, analisi che faccio ovviamente dall’esterno, senza conoscere quelli che sono gli equilibri all’interno della società, ma cercando di seguire una logica. Lo posso fare attraverso i numeri: punteggi e punti ottenuti in rapporto al numero di partite giocate, monte ingaggi, ecc.
E vengo subito al dunque: i numeri raccontano una squadra male assemblata, diciamo pure sbagliata. Due stagioni buttate. E con tre allenatori al timone (Montella, Iachini e Prandelli) che non sono riusciti a quadrare la situazione. Fossi nella proprietà non avrei dubbi, Pradè ha fallito in quanto principale responsabile e, con lui (come aveva lui stesso dichiarato poco tempo fa) i giocatori. Mi dispiace per Pradè che ho apprezzato moltissimo nella sua prima avventura fiorentina, ma oggi non lo reputo un diesse all’altezza. Mi auguro vivamente che Commisso capisca che serve una figura nuova, capace di dare una sterzata nell’immediato.
Quindi, con la massima urgenza (fast, fast, fast) – e lo si deve fare adesso, non a giugno quando sarà troppo tardi – bisogna definire chi sarà il direttore sportivo e iniziare con lui a disegnare la Fiorentina dell’immediato futuro, altrimenti ci sarà il rischio concreto di una nuova stagione ancora di transizione.