Come da pronostico. Il divario fra Fiorentina e Cremonese era noto, e la voglia dei viola di andare in finale e di non rischiare di prendere quest’ostacolo sottogamba hanno fatto il resto: lo 0-2 con cui torniamo da Cremona viene da queste premesse.
Italiano ha schierato una squadra con Amrabat e Mandaragora in mediana, rispettivamente spostati un po’ sul centro destra e sul centro sinistra, con Quarta che regolarmente saliva a fare il mediano centrale d’impostazioe aggiunto, mentre Igor stava fisso a proteggere la difesa. Idem per i terzini, che ieri sera non hanno spinto sulle fasce più di tanto. In avanti invece si è visto il solito modulo: Barak trequartista, Gonzalez a sinistra, Ikone a destra, e Cabral centravanti di movimento, che principalmente si occupava di creare spazi per i tre.
Tante occasioni create dai viola, ma – va detto – un paio altresì concesse alla Cremonese. È andata bene: il gol decisivo è stato un classico colpo di testa in area di Cabral su cross – di destro, si noti – di Biraghi. A proposito: ma il brasiliano, secondo tutti i giornali e siti eccetto il qui presente, non era un brocco del quale bisognava disfarsi a gennaio?
È poi andata bene nel secondo tempo, quando, in un momento di difficoltà viola, un nostro contrattacco ha determinato il rigore del raddoppio, ben eseguito da Gonzalez. Che sia lui, e non Jovic o Biraghi, il rigorista fisso.
In conclusione, note positive da Terracciano, dalla difesa, dal centrocampo in interdizione, meno da quello in fase di attacco e dalle punte. Ma è bastata l’evidente differenza tecnica fra la due squadre ad avere ragione di una buona, ma niente di più, Cremonese.