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Orgoglio e impegno non bastano. L’Inter alza la Coppa
Il gol di Nico Gonzalez, dopo soli tre minuti, illude la Viola. Ma tra il 29′ e il 37′ Lautaro Martinez ribalta il risultato e regala ai suoi la Coppa Italia, nonostante un ottimo secondo tempo e il forcing dei nostri ragazzi che escono comunque a testa alta. Peccato, sapevamo che non sarebbe stato per niente facile, ma la speranza c’era. Eccome.
E pensare che la gara si era messa parecchio bene, con la Fiorentina passata in vantaggio grazie alla conclusione dell’argentino su assist di Ikoné. I Viola cercano di controllare, come da copione pressano alto ma, sempre come da copione, si espongono alle ripartenze degli avversari. Come al 23′ quando Dzeko, solo davanti a Terracciano, si divora la prima occasione dei nerazzurri. Ci pensa Lautaro poco dopo a pareggiare sfuggendo a Martinez Quarta e incrociando sul palo opposto. Passano otto minuti e ancora Lautaro la butta dentro anticipando Milenkovic. La Fiorentina accusa ma nella ripresa prova a rimettersi in carreggiata. L’Inter si chiude, i Viola creano e collezionano angoli, Biraghi sfiora la traversa da punizione e nel finale Handanovic nega il gol a Jovic subentrato a uno spento Cabral.
È andata così, peccato. L’impegno c’è stato, chi è sceso in campo ha dato il massimo e forse anche più. Avremo l’occasione per rifarci tra un paio di settimane a Praga nella finale di Conference contro il West Ham. Finale che dovrà essere affrontata con principi diversi. Perché ieri ce la siamo giocata come sempre, pensando a gestire il possesso e, in fase di possesso, con la difesa altissima. Atteggiamento rischioso quando affronti squadre toste con giocatori in grado di fare la differenza sfruttando il minimo errore. Ci sono partite in cui sarebbe opportuno coprirsi, fare densità cercando di mantenersi dietro la linea del pallone nel momento in cui l’avversario imposta la costruzione del gioco. E attendere le chance di ripartenza, il contropiede. In poche parole dovremmo fare il contrario di ciò che, invece, facciamo abitualmente. Questo Italiano lo dovrà considerare pur essendo un aspetto del tutto opposto alla sua filosofia tattica.
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