La sconfitta me la sarei aspettata, sulla carta era chiaro, ma ero ottimista. Pacatamente ottimista. Vuoi perché la prima qualche volta riserva sorprese (come il pari della Juve a Udine), vuoi perché l’impressione di un gioco migliore l’avevo avuta in Coppa Italia, al netto di un avversario di livello molto inferiore. Insomma, ci speravo. Un episodio, una botta di culo… Non è andata.
La cosa si è messa male in avvio, protagonista Dragowski con un’uscita scellerata: rosso diretto, poi il vantaggio dela Roma. Ma il primo tempo siamo stati in partita nonostante l’inferiorità numerica, creando più dei padroni di casa. A inizio ripresa secondo giallo per Zaniolo e pareggio viola con Milenkovic. La gioia, però, dura poco perché la nostra difesa crolla, complice il pessimo filtro di centrocampo (Pulgar) e Veretout segna due volte.
Ho notato una cosa: rispetto alla partita col Cosenza, si è fatto più giro palla senza idee. In particolare nella ripresa, ristabilita la parità numerica, non siamo stati capaci di velocizzare, siamo stati prevedibili e fragili. Una Fiorentina, stasera, con poca personalità. Ma con un alibi (Pulgar a parte): il mercato.
Perché vendere un titolare (Pezzella) due giorni prima del match significa indebolire la squadra, quindi prendersi dei rischi. Ricordiamoci anche che ci sarebbe un certo bisogno di un bel terzino, Venuti fa quel che può, servirebbe un’alternativa a Vlahovic, un regista. È arrivato Nastasic, è sfumato Zappacosta, intanto il campionato è iniziato. Dovevamo chiudere prima certe operazioni. Non resta che aspettare per vedere una rosa migliore e chissà che possa arrivare una ciliegina. Pjanic? Vedremo. Aspetto la fine del mercato per capire dove potremo arrivare.