Quest’anno la Fiorentina ha iniziato la stagione peggio dell’anno scorso. Eppure, apparentemente la rosa non è peggiore di quella che avevamo prima. Allora, cosa sta andando storto? Paghiamo il non avere un centravanti all’altezza di Vlahovic? Paghiamo il mancato riscatto di Torreira, che, pur giocando Amrabat ad alti livelli, garantiva qualche gol e assist decisivi? Paghiamo la mancata esplosione di Ikoné? Forse Italiano, dopo essere stato il migliore allenatore emergente della scorsa stagione, è divenuto un mediocre? Colpa del doppio impegno settimanale a causa della Conference League?
Forse c’è un pizzico di verità in ognuno dei cinque punti citati, ma chiariamo: la Fiorentina se l’è cavata bene l’anno scorso anche dopo la partenza di Vlahovic, quando Torreira non c’era, con Ikone allo stesso livello di oggi, e con Italiano in panchina. E la rosa è più larga quest’anno, proprio per fare la coppa europea. Dunque, i motivi sopra citati non mi convincono appieno.
Ci deve essere qualcosa di più, nelle scelte fatte in estate dalla dirigenza e/o in quelle fatte dall’allenatore partita dopo partita. Analizziamo allora prima la campagna acquisti fatta da Pradè, e poi l’uso che Italiano sta facendo della rosa.
Qui nella tabella di seguito si riassume chi è partito e chi è arrivato ruolo per ruolo:
Acquisti | Cessioni |
---|---|
Gollini | Dragowski |
Dodo | Odriozola |
Ranieri | Nastasic |
Mandragora | Torreira |
Zurkowski | – |
Barák | – |
– | Callejón |
Jovic | Piatek |
Kouamé | Kokorin |
Gollini, Dodo, Jovic e Kouamé sono in tutta evidenza dei rinforzi rispetto a chi è partito. Ranieri, come panchinaro, vale Nastasic. Mandragora è inferiore a Torreira, ma Amrabat è cresciuto tanto, e comunque il problema è nella costruzione delle azioni da gol, non sulla mediana. Poi ci sono in più Barák e Zurkowski. E allora cosa sta andando storto?
Se la rosa non è complessivamente più debole di quella dell’anno scorso, andiamo a vedere come Italiano ha schierato la squadra in queste prime nove partite ufficiali fra campionato e coppa europea.
Si nota che la maggior parte delle azioni pericolose d’attacco la Fiorentina le fa sulla fascia sinistra, con Biraghi, Sottil e Saponara. A destra, complice il tardivo innesto di Dodo, l’infortunio a Gonzalez e il fatto che Ikone non è un’ala destra, la Fiorentina fa meno. Kouamé si è adattato al ruolo, ma neanche lui è un’ala destra.
Ovvero: in quest’inizio di campionato ci è mancata una vera ala destra. E infatti, se guardate la tabella acquisti/cessioni noterete che c’è un giocatore che non è stato sostituito: José Callejon.
Siccome ha 35 anni, siccome l’anno scorso non ha fatto prestazioni mirabolanti, la sua partenza, a differenza di quella di Torreira, non ha dato nell’occhio. Eppure, Italiano la scorsa stagione lo ha utilizzato in ben 30 partite per un totale di 1.297 minuti (più di Maleh, per dire). Senza (uno come) Callejon la Fiorentina a destra (con questo modulo) non incide. Cioè, perde una delle due vie di attacco, e le sue azioni diventano tutte prevedibili a sinistra.
Come rimediare? Realisticamente, Italiano ha due possibilità: continuare con Kouamé a destra e aspettare il ritorno di Gonzalez. È la soluzione più facile, ma è resa più difficile dall’infortunio di Dodo, che per un mese almeno non sarà più là a spingere in avanti e a supportare l’ala. Fare di necessità virtù e cambiare un po’ la disposizione della squadra, mettendo Barák come centrocampista di fascia destra al posto dell’ala destra di attacco. In pratica un 4-4-2 o un 4-5-1, con Amrabat e Bonaventura in mezzo dietro, Barák sulla destra, Ikoné in mezzo davanti subito dietro la punta, e Sottil sulla sinistra. Barák ha una buona corsa e un discreto scatto, e ha già giocato in una posizione più avanzata: potrebbe adattarsi al ruolo. Il problema è che Italiano dovrebbe rifare il modulo. Cosa non da poco.
Dunque, a mio avviso, questo è il piccolo, ma principale, dettaglio che non ha funzionato, fra la campagna acquisti e l’uso della rosa. Quindi, la responsabilità, se c’è (la campagna acquisti perfetta non esiste), è da dividere a metà fra Pradè e Italiano.