Una giornata freddissima fa da cornice ad una partita che non è una una sfida salvezza ma poco ci manca. Il Cagliari ha in bilico il proprio allenatore (e, dunque le proprie certezze di inizio stagione), alla terza sconfitta consecutiva, mentre la Fiorentina non sappiamo quale essa sia: quella vincente e convinta di Torino contro la Juve, capace di esaltarsi di più in trasferta o quella incerta e problematica in casa al Franchi.
Il mercato ha riportato a Cagliari Naingollan, perno del rinnovato centrocampo isolano, uno dei calciatori più tatuati della serie A e stasera anche con ciuffo di capelli colorato rosso-blu. Ho notato poi anche calzettoni con fessure circolari per vedere i polpaccioni, ovviamente tatuati, ed è evidente che tutto questo non è fatto a caso ma c’è una sapiente ed accurata preparazione… Ma stasera Raja ha trovato sulle sue tracce un calciatore ai suoi antipodi che gli è stato sempre alle calcagne, sporcandogli il gioco, ed emergendo nel secondo tempo facendo insistere la viola nella metà campo del Cagliari.
Amrabat non ha tatuaggi, ha pantaloncini tirati sempre su, belli calzati, e mi sembra per aspetto un calciatore degli anni ’70, pochi fronzoli e tanta sostanza. E proprio il secondo tempo mi è parso una cosa piacevole perché, dopo una prima frazione equilibrata, la viola ha occupato più convintamente l’attacco e quella ripartenza che in tre tocchi ha portato al gol di Vlahovic è stata da manuale.
E bravo anche Prandelli che ripete sempre il suo mantra: “ordine, ordine”, e ha ragione. È vero che Caceres esterno di centrocampo non si può guardare, che Vlahovic tanto deve ancora crescere, che Biraghi in difesa mi fa tremare, ma ci dobbiamo ricordare che per ora bisogna pensare a risalire la classifica e chi se ne frega se in tanti frangenti il gioco latita. Se poi dal mercato arriveranno due calciatori buoni e funzionali siamo a posto e potremo ricominciare a sognare positivo, ricordando questo match di oggi solo come centrocampista “old style” batte 1 a 0 centocampista “all tattoo”.