Torniamo sulla questione dello stadio. Purtroppo, più passa il tempo, più – temo – andremo verso il fatto compiuto, ancorché la scelta fatta sia quella sbagliata.
Già il nome è tutto un programma: restyling. Appunto, come si fa a voler fare il restyling di un edificio che è patrimonio dell’architettura? Se tale è, non va toccato. Farne il restyling equivale a trasformarlo in qualcos’altro. Del resto, la Fiorentina e i suoi tifosi vogliono appunto che lo stadio sia trasformato da ciò che è (un vecchio stadio per l’atletica con spalti perlopiù scoperti e lontani dal campo di gioco) in uno stadio moderno, confortevole, coperto, e con gli spalti vicino al campo.
Ovvero, il Franchi sarà trasformato in qualcos’altro, senza che nessuno lo dica apertamente, a parte la Fondazione Nervi. E come spesso accade in Italia, quando la politica vuol far passare cose difficili da digerire, gli dà un nome in inglese che gli dà un’aura d’importanza e che allo stesso tempo lo rende incomprensibile ai più.
Allora chiamiamo le cose col loro nome in italiano, e diciamo apertamente che lo stadio Franchi rispetto al progetto iniziale non sarà più riconoscibile. E forse il silenzio assordante su ciò da parte di Comune, Soprintendenza e stampa varia finirà.