Appena un mese fa eravamo ad elogiare la Fiorentina per la scelta del tecnico, fatta in maniera veloce e sopratutto ragionata. Una scelta che stava a significare che il tanto attesa cambio di paradigma del modo di impostare la programmazione era finalmente arrivato.
Quello che è successo nelle ultime settimane lo abbiamo visto tutti, lo abbiamo anche ampiamente commentato, si sono fatte decine di ipotesi su quello che è potuto essere successo, i motivi del perchè siamo arrivati a questa clamorosa rottura, sinceramente a me interessano poco. Quello che conta è che Fiorentina sarà alla luce di questi repentini cambiamenti?
Sembra che il prescelto nuovo allenatore sia stato individuato e che possa essere Italiano. Ho scritto sembra perché, purtroppo, con questa dirigenza non si può mai sapere che cosa potrà accadere. Sinceramente non capisco questa incertezza, se c’è una clausola all’interno di un contratto è ovvio che vada pagata, mi meraviglia la reticenza della Fiorentina a farlo. Non sono tra quelli che si scandalizza che sia stato scelto un tecnico sotto contratto, conosco ormai talmente bene il mondo del calcio che capisco che questo è il modus operandi. D’altronde quando si va a comprare i giocatori non sempre si prendono quelli con il contratto scaduto ma è normale richiedere anche giocatori sotto contratto e questo ormai accade anche per gli allenatori. Al contrario, una presenza di una clausola rescissoria dovrebbe facilitare l’operazione e non complicarla.
Aldilà di queste considerazione, facciamo finta che il prossimo allenatore della Fiorentina sia davvero Italiano: che cosa cambia rispetto alla precedente scelta di Gattuso? Da un punto di vista di appeal e della possibilità di prendere giocatori di un certo livello, finalizzate ad una rapida scalata di posti in classifica, senza alcun dubbio perdiamo qualcosa. La presenza di Gattuso, per il suo passato da Campione del Mondo, avrebbe sicuramente convinto qualche giocatore di prima fascia a sposare il progetto Fiorentina.
Italiano a livello interazione è meno conosciuto e non ha quindi la stessa capacità attrattiva di Gattuso. Da un punto di vista tecnico invece, a mio parere, ci guadagnamo qualcosa: il gioco di Italiano lo preferisco a quello di Gattuso, è un gioco più propositivo che si basa su pressing, velocità e verticalizzazioni, rispetto a quello del tecnico calabrese che predilige un gioco più ragionato e con più possesso palla orizzontale. In questo senso anche l’acquisto di Martínez è più centrato in una squadra allenata da Italiano che da Gattuso, per le caratteristiche del giocatore argentino; senza dimenticare il fatto che un giocatore come Castrovilli sicuramente viene più esaltato in un centrocampo a tre che prevede l’utilizzo di due mezzale dai piedi buoni, rispetto 4-2-3-1 di Gattuso, in cui avrebbe avuto una più difficile, per le sue caratteristiche, e diversa collocazione.
Il progetto di rinascita quindi subisce una totale rivoluzione di metodo che non è detto non sia preferibile alla precedete, l’importante è dare carta bianca al nuovo tecnico in modo da trovare quei giocatori che possano esaltare al meglio il suo gioco.
Italiano è un tecnico emergente che viene dalla gavetta, come Sarri e Spalletti, e che si può tranquillamente sposare con le ambizione di una squadra il cui obbiettivo è quello di tornare ai livelli che le competono. Forse in questo modo la strada sarà più lunga o forse no, quello che conta è che si possa finalmente tornare a vedere giocare a calcio, dopo anni di totale depressione tecnica. E se la scelta sarà veramente questa voglio sperare che la società abbia la forza di difenderla anche (ma mi auguro di no) di fronte alle prime difficoltà.
Con la speranza che Italiano possa ripercorrere la stesa strada di Malesani e del primo Montella e che tra una settimana non si debba tornare a commentare una nuova rivoluzione.