Le prossime otto partite vedranno la Fiorentina impegnata con sei squadre tecnicamente alla nostra portata (le altre due saranno contro Roma e Atalanta).
È opportuno sottolineare l’importanza di questa striscia di partite che consentirebbe alla Viola di togliersi dagli impicci della bassa classifica programmando le ultimissime partite del campionato in modo leggero e rilassato. Come arriva a questi match la squadra? Benino ma non benissimo.
Archiviata la sconfitta contro l’Inter (l’ho detto e scritto, troppa la differenza tra le due compagini), la squadra sta giocando meglio e le idee di Prandelli stanno convincendo i calciatori che pare giochino rispetto a prima più sciolti e convinti. Il mister insiste su un modulo che gli dà garanzie (3-5-1-1) che però è molto difensivista e protegge la squadra ma aumenta le difficoltà nella fase offensiva e da qui nascono tutti i problemi realizzativi che abbiamo.
La volta in cui Prandelli ha pensato di schierare una formazione diversa più offensiva pur giocando meglio per venti minuti abbiamo preso l’imbarcata a Napoli. Sicuramente la cifra tecnica della squadra è modesta con troppi interpreti a fine carriera a rischio continuo di infortuni (Caceres, Ribery), con una difesa che non ha tra le proprie file un giocatore che possa fare da regista e impostare il gioco (spero in Martinez Quarta che mi pare abbia buoni piedi), con il problema di non avere un regista a centrocampo e deve adattare Amrabat in un ruolo che non è propriamente il suo, con l’attacco che poggia soltanto su un ventenne (Vlahovic) e l’altro attaccante che ancora non ho capito bene cosa sia e cosa possa dare alla squadra (del russo non voglio e non posso scrivere).
Da queste criticità bisogna venir fuori e sono convinto che tutti insieme (calciatori, mister, dirigenti, stampa e tifosi) possiamo farcela augurandoci che il prossimo campionato saremo a febbraio a respirare aria di classifica ben diversa e molto più alta.