Fabio Capello disse a novembre 2024 di preferire la Lazio alla Fiorentina, essendo quest’ultima “un cantiere in costruzione”. La squadra viola aveva infatti rivoluzionato la rosa, e di lì a due mesi l’avrebbe ulteriormente rivoluzionata.

La Fiorentina concluse infatti il mercato estivo con 11 acquisti e 12 cessioni. Palladino schierò nelle prime partite Amrabat, Bianco e Barak, mentre Adli, Gosens, Bove e Cataldi arrivarono negli ultimi giorni di agosto. A gennaio poi furono comprati 5 giocatori e ne furono ceduti 7. In totale 15 acquisti e 19 cessioni (oltre a quelle di Amrabat e Bianco).
Quest’anno non c’è stato niente di paragonabile. 12 acquisti e 9 cessioni, con i nuovi quasi tutti a disposizione sin dal ritiro. Solo Piccoli è arrivato il 20 agosto, Nicolussi e Lamptey il 1 settembre.
La netta sconfitta di sabato sera in casa col Napoli brucia, e i più non se ne fanno una ragione. La Fiorentina ha perso male; non ha mai realmente messo in difficoltà i partenopei, che hanno vinto facilmente come a Sassuolo.

Il problema è che oggi i commentatori non possono prendersela con Pioli, dopo averne invocato l’ingaggio a giugno, e neppure con la società o i giocatori, dopo aver lodato la munifica campagna acquisti di Pradè. Quindi, per giustificare la disfatta resta allora la scusa che la squadra è in costruzione, un cantiere appunto. Solo che il cantiere non c’è.
Pioli ha schierato solo due nuovi giocatori (Sohm e Dzeko). Due innesti fanno di una squadra in un cantiere? Allora quasi tutte le squadre di Serie A lo sono. Il Napoli aveva addirittura quattro nuovi giocatori.
Parlare di cantiere è solo una comoda scappatoia per non ammettere che sin qui la Fiorentina ha deluso le aspettative e per prendere tempo, nella speranza che il rendimento migliori. Il che è possibile: il campionato è lungo, e siamo solo alla terza giornata. È solo che chi vuole trovare una giustificazione alla sconfitta di sabato farebbe meglio a cercarne un’altra.