Il calcio è veramente un qualcosa di strano e imprevedibile, solo poco più di un mese fa eravamo a guardare preoccupati la partita con il Verona, che avrebbe potuto portare la Fiorentina alla soglie di una pericolosa lotta per non retrocedere. E invece da quella sera di Verona la cose sono completamente cambiate. La stagione che sembrava essere l’ennesima stagione vuota e priva di obbiettivi diventa tutto di un colpo una delle più emozionanti stagioni degli ultimi anni.
Il mese di aprile a cui andiamo incontro ci riserva, oltre che una difficile ma possibile rimonta in campionato, grazie alle tre vittorie consecutive, una semifinale di Coppa Italia da favoriti e un quarto di finale di Conference, anche questo da favoriti. Sento già qualcuno storcere la bocca e dire che la Conference è una coppetta: io dico di no, io dico che è comunque una competizione europea, e che quel percorso emozionale che andremo a intraprendere e che ci accompagnerà fino al fischio di inizio di quelle due importanti partite è quel percorso che ogni tifoso vorrebbe sempre fare.
Sono molti anni che vivevamo, nostro malgrado, un senso di apatia verso una squadra che dava poche emozioni. Quest’anno no, finalmente abbiamo non uno ma addirittura due obiettivi da bacheca da raggiungere, e devo dire che, lo dico in silenzio e facendo tutti gli scongiuri possibili, la buonasorte sembra abbia deciso di darci una mano, in Coppa Italia il cammino è stato facilitato dalle sconfitte di Milan, Napoli e Roma, in Conference il sorteggio dei quarti e delle semifinali ci ha volto bene: le squadra più temibili sono nella parte opposta del tabellone.
Abbiamo nel mirino due finali, prendiamole, lo possiamo fare, la squadra è in salute sia fisica che mentale, molti giocatori stanno recuperando e saranno fondamentali. Castrovilli su tutti, gli attaccanti finalmente cominciano a segnare e Dodo e Ikoné a rendere per quanto sono stati pagati. E non cado nel tranello di chi vive nell’astio e nel rancore verso non so chi e non so che cosa, che dice che abbiamo battuto solo squadre di seconda fascia, le vittorie non hanno classi di appartenenza, le vittorie contro chicchessia portano entusiasmo generano altre vittorie, e sopratutto rafforzano la squadra sia in termini tecnici che finanziari.
È la prima volta che i nostri dirigenti e il nostro Presidente provano questo tipo di emozioni, mi auguro che ciò sia per loro un stimolo per alzare, comunque vada a finire questa stagione, l’asticella delle ambizioni. Mi chiedo: è meglio ridere e gioire e sognare per le vittorie o arrabbiarsi per le critiche e le sconfitte? E poi credetemi con le vittorie si fa crescere in maniera impensabile quel fatturato che secondo il nostro Presidente è troppo basso, prova ne è che il Napoli con l’accesso ai quarti di Champions ha praticamente raddoppiato le entrate rispetto all’anno scorso, le vittoria generano guadagni prestigio e gioia per i propri tifosi, sono troppo importanti, più importanti di una stadio, cosi come sono importanti le operazioni finanziarie corrette e trasparenti, ma senza le prima una società sportiva non ha senso di essere. Avanti Fiorentina la strade per le finali è tracciata, sta a noi precorrerla nel modo giusto;sono queste le emozioni che ci piace vivere.