Abbiamo incassato il massimo, 75 milioni più 5 di bonus è una bella cifra da mettere in cassaforte per ricostruire a giugno, quando sul mercato si troveranno quelle opportunità che difficilmente capitano nella finestra invernale. L’importante è reinvestire nel miglior modo possibile. Questo è ciò che, a questo punto, mi auguro.
Non è certo quello che avrei e avremmo voluto, ma dobbiamo farcene una ragione, anche se è veramente difficile. Tra tutte le dichiarazioni di opinionisti e addetti ai lavori, sposo al 100% il pensiero di Gianfranco Teotino, già responsabile della comunicazione per l’ACF Fiorentina, secondo il quale avrebbe avuto più senso tenere Vlahovic fino al termine della stagione per conquistare l’Europa, accettando la svalutazione del cartellino ma, al tempo stesso, incassare la quota di partecipazione in caso di qualificazione.
Forse nessuno, da Commisso ai dirigenti, ha fatto questo tipo di calcolo. Oppure l’hanno fatto ma non hanno creduto alla possibilità di centrare l’obiettivo. Certo è che, così, abbiamo perso una risorsa importante che, fino a ieri, ha rappresentato il 50% dei gol messi a segno dalla squadra e si è creato un clima pesante attorno alla squadra, complice la sconfitta pesante rimediata al Franchi contro la Lazio e l’esordio di Vlahovic in maglia bianconera, in gol dopo 13 minuti.
Imputare la pessima prova di domenica scorsa alla mancanza del serbo non è cosa giusta. Servirebbe solo ad appesantire la situazione e a rendere più difficile l’inserimento dei nuovi acquisti, in particolare di Piatek e Cabral, chiamati a tamponare l’uscita del centravanti. Se Cabral l’avesse messa dentro, quando il risultato era sullo 0-0, avremmo parlato diversamente. Forse. Adesso dobbiamo sperare che Italiano riesca a quadrare il cerchio, a risolvere i problemi, in primis a spazzare via quel nervosismo che è affiorato, culminato dal rosso rimediato da Torreira, uomo chiave del nostro centrocampo ormai privo di Pulgar – eventuale sostituto – partito pochi giorni fa in prestito al Galatasaray.
Domani ci giochiamo a Bergamo, contro l’Atalanta (ore 18, diretta in chiaro su Italia 1), la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia. Torreira, squalificato per un turno in campionato, sarà a disposizione. Non è facile ritrovarsi dopo la debacle con la Lazio, ma la Fiorentina c’era riuscita qualche giorno fa, reduce da un 4-0 col Torino (con Vlahovic in campo), eliminando il Napoli al Maradona. Anche l’Atalanta emotivamente non si presenta bene: domenica ha perso in casa col Cagliari e dovrà fare a meno dell’infortunato Zapata. Gara apertissima e altra chance per proseguire il cammino in Coppa e ritrovare fiducia.
Commisso joker: ovviamente il gonfalone appeso sul Ponte Vecchio ha fatto incazzare il Presidente che ha manifestato tutta la sua delusione. Tramite il sito ufficiale della Fiorentina ha detto di essere molto amareggiato e deluso, che vorrà fermarsi e riflettere. Ben vengano le sue riflessioni; se poi vorrà fermarsi – termine che interpreto come interrompere la sua attività in seno alla Fiorentina – ha tutto il diritto di farlo. E noi avremo tutto il diritto di ricordarlo come il peggiore presidente della storia viola.
Mr. Commisso, ci pensi bene e provi a metabolizzare meglio le occasioni di protesta. Se ne faccia, appunto, una ragione. Le critiche fanno parte del gioco e non arrivano mai per caso. Sono segnali di disapprovazione, capitano quando non si è in sintonia. Il mio consiglio è cercare di ritrovare questa sintonia con la città e con i tifosi; provi a recuperare il gap, provi a condividere le sue idee e i suoi obiettivi in maniera trasparente e comprensibile, altrimenti rischierà di fare la fine del precedente patron. E non glielo auguro, sarebbe una pesantissima sconfitta a livello personale; a livello imprenditoriale probabilmente no.