L’assetto attuale della squadra non è più figlio di un progetto. Esso era stato pensato a giugno da Pradè con i mancati riscatti di Cataldi, Folorunsho, Adli, Colpani e Zaniolo, con la scelta di Pioli come allenatore egli innesti di Dzeko, Sohm, Piccoli e Nicolussi.
Già la scelta di Pioli fu provocata dalle dimissioni di Palladino, oggetto di una feroce campagna di stampa e della contestazione dei tifosi durante le due ultime partite. Ma, viste le pubbliche critiche che gli aveva varie volte rivolto Pradè, si può supporre che all’ex-DS non fosse parso vero di cambiare allenatore.
Il problema oggi è che i tifosi continuano la loro opera di ingerenza. Hanno ottenuto le dimissioni (o la cacciata) di Pradè e l’esonero di Pioli. Allorché è trapelata la notizia che il nuovo DS Goretti voleva D’Aversa come nuovo allenatore, radio, siti e TV locali hanno iniziato un fuoco di sbarramento non ritenendolo all’altezza.
Il risultato è stato che la Fiorentina ha virato su Vanoli. Nel quale tutti noi riponiamo le nostre speranze di successo, ma che – occorre dirlo chiaro – non è la prima, ma la seconda scelta della società.
Nuovo DS, scelto da Commisso contro il parere della stampa che voleva un grande nome come Giuntoli, e nuovo allenatore, scelta imposta dalla piazza, che iniziano a lavorare a stagione in corso su una rosa ereditata da altri, e la stampa che invoca rinforzi a gennaio che difficilmente potranno arrivare. Siamo all’improvvisazione.
Oltre a ciò, i tifosi, dopo aver ottenuto la testa di Pradè e Pioli, hanno iniziato a minacciare i giocatori. Ieri, fuori dai cancelli del Franchi è apparso uno striscione con su scritto: “Senza mister non avete più scusanti… Lottare e vincere, o passeremo alle maniere pesanti”. Dire che tira una brutta aria per la Viola è un eufemismo.