Il calcio non è scienza esatta; nessuno può prevedere le cose con esattezza. In estate tutti erano ottimisti, oggi tutti disfattisti. Cerchiamo di vedere come stanno le cose.
Il 13 settembre ViolaBlog ha dato il voto alla campagna acquisti estiva. Confermo il voto: 7. E soprattutto confermo alcuni concetti importanti:
La Fiorentina, in termini assoluti e relativi (cioè in rapporto al mercato delle altre squadre) esce dal mercato leggermente rinforzata, soprattutto in virtù del completamento della rosa.
Ho aggiunto che: può legittimamente ambire al quinto posto, cioè fare meglio dell’anno scorso, se si verificheranno due condizioni: se almeno due fra Nicolussi, Sohm, Fagioli e Fazzini faranno una grande stagione e se altresì la farà Gudmundsson.
Ad oggi la prima condizione non si è verificata: Nicolussi ha saltato le prime due partite, Sohm e Fazzini hanno inciso poco, e Fagioli non ha sin qui giocato bene, anche perché Pioli l’ha schierato come regista. E neppure la seconda si è verificata, dato che Gudmundsson ha giocato così così a Cagliari e a Torino, e ha poi saltato per infortunio le partite con Napoli e Como.
Ho poi dedicato un’analisi alla scelta del nuovo allenatore:
Palladino ha lavorato con alti e bassi in un cantiere durato l’intera stagione, facendo però a conti fatti meglio di Italiano. Pioli parte col vantaggio che il cantiere è finalmente chiuso. Al di là del suo reale valore, e al di là di quanto valga la tanto evocata esperienza in panchina, ciò che a mio avviso rileva è che non si è dovuto disfare la rosa per riadattarla dal modulo iper-offensivista di Italiano a quello basato sul contropiede di Palladino. Pioli è anch’egli valido, e la sua scelta di ripartire dal modulo e dalla formazione titolare di Palladino è già un’ottima cosa.
Il disfattismo che accompagna il pessimo inizio di stagione della Viola è figlio delle attese esagerate che avevano accompagnato l’arrivo di Pioli. La narrazione unanime della stampa viola era che l’inesperienza di Palladino era costata alla Fiorentina dei punti in classifica e il mancato raggiungimento dell’Europa League. Così, un allenatore più esperto come Pioli avrebbe pressoché automaticamente determinato un miglioramento in classifica.
La premessa era sbagliata, e così è sbagliata la conclusione. La squadra è buona, e Pioli prima o poi troverà il modo di tirare fuori da essa il suo potenziale. Ora pazienza e sangue freddo.