Nelle ultime nove partite di campionato, la Fiorentina ha raccolto 9 punti. Una media di un punto a partita. Nello stesso periodo, la Roma, dopo aver assunto De Rossi, ha raccolto una media di 2.4 punti. Una media inferiore solo a quella dell’Inter (2.6 punti a partita) nell’intera stagione sin qui disputata.
Di queste nove partite disputate dalla Fiorentina, cinque erano in casa (Inter, Frosinone, Lazio, Roma, Milan) e quattro in trasferta (Lecce, Bologna, Empoli, Torino). Di qui alla fine del campionato, la Viola dovrà disputarne altre nove: cinque in trasferta (Juventus, Salernitana, Verona, Cagliari e Atalanta) e quattro in casa (Genoa, Sassuolo, Monza e Napoli).
Alla Viola occorrerebbe una media come quella della Roma, che la porterebbe a 64-65 punti e le garantirebbe il quinto o il sesto posto. Difficile, molto difficile. Oppure qualcosa di meno, per tornare in Conference League.
Quello che si può dire è che, con questo distacco che ha accumulato, se la Fiorentina riuscirà ad aumentare il suo rendimento – precondizione per un’eventuale rimonta – ogni partita, fino all’ultima, sarà decisiva. Si può pertanto sperare che la partita con l’Atalanta avvenga il più tardi possibile – idealmente a campionato finito, con gli orobici già qualificati per la Champions o l’Europa League, e che, quando giocheremo contro il Napoli, gli azzurri siano fuori dai giochi per l’Europa, e che infine, all’ultima giornata a Cagliari, i sardi di Ranieri siano già salvi.
Per il resto, la citata media scudetto della Roma non deve ingannare: o i giallorossi sono diventati una squadra del livello dell’Inter, oppure – come speriamo – avranno una flessione. Come si era visto nel girone di andata, le possibilità della Fiorentina di fare meglio dell’anno scorso, stanti il rafforzamento dell’Atalanta e l’inserimento della vera grande sorpresa del campionato – il Bologna, dipendono dal rendimento delle romane e del Napoli. È su queste tre squadre che gli uomini di Italiano faranno la loro corsa.