Uno spettacolo già visto con lo stesso finale (forse anche peggio). Caro Presidente… Sì, voglio iniziare questo commento così perché è impossibile non vedere che questa squadra, per come è stata costruita, non funziona. Manca di un centrocampo che sappia fare gioco – l’unico centrocampista di classe è il 35enne Bonaventura –, di giocatori sulle fasce che sappiano saltare l’uomo o mettere palloni decenti in mezzo all’area e, soprattutto, di un centravanti che possa dirsi tale.
La partita con il Torino è un’altra di quelle partite scialbe, incolori, senza guizzi e destinate al solito finale. Oggi, come detto, anche peggio perché questa sconfitta in casa segna inevitabilmente una crisi conclamata. Non voglio parlare della partita perché, francamente, non riesco a trovare qualcosa di commentabile. Nessun tiro, nessuna azione da ricordare, nessun guizzo che possa aver smosso il tifoso da quel torpore a cui la Fiorentina lo ha oramai abituato. Oggi si preferisce uscire a cena anziché trovarsi con gli amici per vedere la partita.
Caro Presidente, mancano pochi giorni alla fine del calciomercato e i problemi della Fiorentina erano noti. Da tifoso, la speranza era quella di una proprietà pronta ad agire sul mercato, magari con qualche colpo pronto in canna che potesse essere funzionale a far uscire da questo torpore Fiorentina e tifosi. Ad oggi non è cosi. Si parla dell’acquisto del portiere di riserva e di un buon (almeno dai ricordi sfumati dei suoi trascorsi al Torino) giocatore di fascia (Brekalo) ma di un centravanti come si deve nemmeno l’ombra.
Ecco, signor Presidente, i problemi della Fiorentina erano e sono noti, ci pensi lei. Noi siamo disponibili ad aspettare ancora un po’ ma buttare via un altro campionato (compresa Coppa Italia e Conference League) vorrebbe dire essere ricordato come un presidente qualsiasi nella storia della viola. E questo, sappiamo, non le piacerebbe. E allora ci dimostri la sua voglia di primeggiare. Ma non a parole, con i fatti.