Come previsto, dopo aver preso di mira Palladino e poi Ferrari, anche Goretti ha la colpa di non avere una sufficiente esperienza per essere capace, a dire dei giornalisti, di guidare la Fiorentina. La settimana scorsa, Ludovico Mauro di Firenze Viola ha scritto che occorreva assumere al posto di Goretti “un dirigente già navigato in grado di colmare il vuoto lasciato da Pradè”.
E fin qui siamo nel mondo delle opinioni, dove tutti possono dire la loro. Mauro aggiunge però che la Fiorentina avrebbe scelto Goretti e non due alti nomi come Giuntoli o Petrachi, perché questi ultimi avrebbero chiesto un contratto lungo e la possibilità di decidere in autonomia.
Tuttavia Mauro aggiunge che fra la Fiorentina e Giuntoli o Petrachi non c’è mai stato alcun contatto. Non è dato quindi sapere come questi avrebbero potuto comunicare le loro esigenze alla società, e come questa avrebbe invece stabilito le sue condizioni.
Ovvero: trattasi di notizia falsa. Scritta per criticare Goretti, che viene trattato da yes-man con contratto di soli sei mesi.
Il problema di queste pseudo-analisi è che quelli come Mauro sembrano non riuscire a fare tesoro degli errori passati: Pradè e Pioli erano figure con curriculum ed esperienza, e abbiamo visto come è andata a finire per entrambi. E sembra che non riescano a concepire che aziende di cultura americana, come è la Fiorentina di Commisso, possano promuovere i dipendenti, e che ciò possa produrre risultati positivi.
È notizia di questi giorni che Doug McMillon, l’amministratore delegato della grande catena statunitense di supermercati Walmart, andrà in pensione dopo aver accumulato lavorando in azienda un patrimonio di 541 milioni di dollari. Dopo però avere iniziato dal basso come assistente in formazione nel reparto acquisti degli articoli da pesca. Da noi invece su chi ha lavorato in un’azienda di supermercati, come Ferrari, viene fatta dell’ironia.
Goretti ha sin qui operato nell’ombra, dato che era un dipendente diretto di Pradè, che è stato colui che ha messo la faccia sulle ultime campagne acquisti, per cui è comprensibile che i giornalisti e i tifosi non sappiano giudicarlo. Commisso è però un imprenditore di successo, e probabilmente in quanto tale è in grado di valutare l’operato dei suoi dipendenti. Purtroppo anche per Goretti vale la stessa sfiducia pregiudiziale: o sei navigato o non sei all’altezza.