La Fiorentina ha chiuso la sessione invernale di mercato con una strategia chiara: puntare su giocatori già conosciuti e affidabili (almeno sulla carta), senza grandi scommesse su talenti emergenti. Il direttore sportivo Daniele Pradè, più che esplorare nuove frontiere dello scouting internazionale, ha sfruttato la sua vasta rete di relazioni per portare a Firenze rinforzi mirati.
Acquisti: innesti funzionali e una scommessa chiamata Zaniolo
La difesa si rafforza con Pablo Marì, centrale proveniente dal Monza, profilo esperto e di sicura affidabilità . A centrocampo, la Fiorentina si è assicurata Cher Ndour dal PSG e Nicoló Fagioli dalla Juventus, entrambi giovani di qualità , oltre a Michael Folorunsho dal Napoli, giocatore duttile che aggiunge fisicità e soluzioni offensive.
Lacquisto più prestigioso è senza dubbio Nicoló Zaniolo, in prestito dal Galatasaray con obbligo di riscatto. Un talento indiscutibile, con qualità ben al di sopra della media, ma che da quando ha lasciato la Roma non è mai riuscito a imporsi in una squadra in modo definitivo. Dopo l’esperienza in Turchia, il suo passaggio all’Atalanta sembrava l’occasione perfetta per rilanciarsi, ma neanche Gasperini l’allenatore noto per il suo rigore tattico e la capacità di rivitalizzare giocatori è riuscito a farlo tornare un titolare inamovibile.
Forse, più che un sergente di ferro come Gasperini, a Zaniolo serve un allenatore come Raffaele Palladino, più incline a lavorare con i giocatori in maniera empatica, valorizzandone il talento senza esasperarne le rigidità tattiche. Questa è la nostra speranza: che Firenze possa essere finalmente il posto giusto per far sbocciare il vero Zaniolo.
Cessioni: Pradè gestisce al meglio gli addii necessari
Sul fronte delle uscite, la Fiorentina ha operato con logica e determinazione, riuscendo a liberarsi di situazioni poco funzionali al progetto.
Bravo Pradè a cedere gli scontenti, come Christian Kouamé, che ha lasciato Firenze dopo aver manifestato la volontà di cambiare aria, e Lucas Martinez Quarta, tornato in Argentina per vestire la maglia del River Plate. In questi casi, trattenere giocatori poco convinti sarebbe stato controproducente per il gruppo. Comunque perdite, a mio parere, non determinanti (anzi).
Allo stesso modo, è stata una scelta coerente lasciar partire chi non è mai riuscito a decollare, come Riccardo Sottil. L’esterno, nonostante le tante occasioni avute, non è mai riuscito a trovare continuità di rendimento ed è stato ceduto al Milan per provare a rilanciarsi altrove (o a portare le borse…chissà).
Infine, il mercato in uscita si è completato con l’addio di Cristiano Biraghi, ormai fuori dal progetto tecnico. Il suo passaggio al Torino rappresenta la fine di un ciclo e un segnale chiaro della volontà della Fiorentina di voltare pagina su alcuni elementi storici della rosa.
Anche Jonathan Ikone ha lasciato Firenze per trasferirsi al Como in prestito, mentre il giovane Michael Kayode si è unito al Brentford per fare esperienza in Premier League (forse l’unico rimpianto, soprattutto per quello che aveva fatto vedere con Italiano).
La Fiorentina blinda Comuzzo: rifiutati oltre 35 milioni dal Napoli
Uno dei segnali più forti di questa sessione di mercato è arrivato dalla decisione della Fiorentina di respingere un’offerta superiore ai 35 milioni di euro del Napoli per Comuzzo. Il giovane difensore, considerato uno dei talenti più promettenti del calcio italiano, è stato blindato dalla società viola, che ha ritenuto fondamentale la sua permanenza per il presente e il futuro del club.
Un messaggio chiaro: la Fiorentina non vuole solo vendere i suoi migliori talenti, ma costruire una squadra competitiva attorno a loro. Una scelta fortemente sostenuta anche da Raffaele Palladino, che considera Comuzzo un elemento chiave per il suo progetto tattico.
Il metodo Pradè : grandi relazioni, poco scouting
Daniele Pradè non è un direttore sportivo noto per scovare giovani talenti sconosciuti in campionati esotici, ma è maestro nel costruire operazioni basate su rapporti consolidati con club e agenti. La Fiorentina non è una squadra che anticipa la concorrenza sui talenti emergenti, ma grazie alle connessioni del suo DS riesce a chiudere trattative con giocatori già affermati o in cerca di rilancio.
Se da un lato questo limita l’orizzonte della squadra in termini di scouting, dall’altro garantisce un livello di affidabilità negli acquisti. Con un budget non illimitato, Pradè ha portato rinforzi concreti senza rivoluzionare la rosa, lavorando con equilibrio e pragmatismo.
Manca un vice Kean e un vero sostituto per Dodo´?
Se il mercato in entrata ha coperto quasi tutte le necessità , resta qualche dubbio sulla mancanza di un vero vice Kean. È vero che in rosa ci sono soluzioni, ma si tratta più che altro di adattamenti: manca una punta di ruolo in grado di garantire una reale alternativa all’ex Juventus.
Anche sul lato destro della difesa la situazione non è del tutto coperta. Un vice Dodo´ forse sarebbe stato utile, ma qui la sensazione è che Palladino possa tornare più volte alla difesa a tre, con Comuzzo nel ruolo di centrale di destra, sfruttando le sue qualità in fase di copertura e impostazione.
Una Fiorentina più forte e ambiziosa?
Con questi movimenti di mercato, la squadra di Raffaele Palladino esce rafforzata, almeno sulla carta. L’obiettivo rimane una qualificazione europea, e molto dipenderà dall’impatto dei nuovi arrivati. La Fiorentina ha scelto la strada della continuità e dell’usato sicuro, con qualche volontà di rilancio, riuscendo anche a resistere alle pressioni per i suoi talenti più ambiti. Ora toccherà al campo dire se questa strategia pagherà .
Noi siamo fiduciosi.