Ecco la Fiorentina europea! Tre punti sudati, graffiati, quasi regalati alla fine, ma alla fine li portiamo a casa. Kouamé la sblocca, un autogol ci regala il 2-0, e poi? Poi ci complichiamo la vita, tra tacchi, errori da oratorio e un pressing del Pafos che sembra quello del City. Palladino azzecca i cambi (quasi tutti), ma alla fine serve il cuore di Martínez Quarta per tenere in piedi la baracca. L’importante? Vincere. E questa Fiorentina, pur soffrendo, lo fa.
Le Pagelle
Terracciano: 4,5 – L’incubo del portiere moderno. Gioca tranquillo per 87 minuti, poi gli parte la brocca: pressing leggero, errore clamoroso e palla regalata al Pafos per il 3-2. Ma perché? Terracciano, non sei Neuer, accetta il tuo destino e lanciala lunga ogni tanto. Dopo aver visto De Gea, Terracciano in porta mi crea ansia.
Dodò: 6,5 – Martellante. Corre, dribbla, crossa: non sempre con precisione, ma almeno c’è. Serve l’assist per il gol di Kouamé e si fa vedere fino al cambio. Dall’61’ Kayode: 7 – Energico. Entra e piazza un cross perfetto sulla testa di Martínez Quarta. Così si fa! In recupero.
Pongracic: 6 – Ruvido. Fa il suo, chiudendo con decisione su un paio di situazioni pericolose. Si prende un’ammonizione per eccesso di zelo, ma almeno fa sentire i tacchetti.
Martínez Quarta: 7 – Bomber difensivo. oggi giica a centrocampo perché la difesa non li si addice. Segna il gol del 3-1 con un colpo di testa perfetto e mette cuore e grinta in ogni intervento. Esce infortunato, e già ci manca. Dal 75’ Rubino: 6 – Onesto. Fa il compitino senza sbavature. A un 2006 si da tutto il tempo che vuole…Bravo Palladino in questo.
Parisi: 5 – In apnea. Si perde Bruno sul gol del 2-1 e sembra sempre un passo indietro, nella fase difensiva. Meglio in quella offensiva.. Non è il suo giorno migliore, ma la qualità c’è e tornerà a farsi vedere.
Mandragora: 5,5 – Limite evidente. Fa il suo compito senza strafare, ma è chiaro che non può essere lui il regista di questa squadra. Troppe volte si limita al passaggio semplice, senza mai dare ritmo o inventiva. Va bene per coprire, ma servirebbe altro per dirigere il gioco. Sbaglia un gol calciando con il suo piede.
Ikoné: 6,5 – Luce intermittente. Qualche giocata di qualità, ma fatica a trovare continuità. È sempre un’arma pericolosa, ma non incide come dovrebbe (e potrebbe…forse).
Sottil: 6,5 – Spina nel fianco. Spinge, tira, corre e propizia l’autogol del 2-0. Non sempre preciso, ma crea problemi agli avversari. Dal 69’ Biraghi: 6 – Sicuro. Entra per mettere ordine e ci riesce. Niente di speciale, ma tutto il necessario.
Beltran: 6 – Generoso. Lotta su ogni pallone, corre ovunque e si sacrifica per la squadra. Manca il guizzo decisivo, ma l’impegno è fuori discussione. Dal 61’ Moreno: 6 – Ordinato. Entra per fare legna e ci riesce. Non brilla, ma fa il suo.
Kouamé: 7 – Sempre presente. Segna il gol che apre le danze (in maniera rocambolesca ma efficace) e si muove bene per tutta la partita. È spesso impreciso, ma l’anima che ci mette compensa (quasi) tutto. Certamente manca di qualità e di incisività a livello di finalizzazione.
Palladino: 6,5 – Sofferto, ma efficace. La squadra vince, e questo è ciò che conta. Ma quel finale? Quei brividi? Mister, va bene il tiki-taka e le uscite basse, ma qualche volta un bel calcione lungo fa respirare tutti. Urinaci addosso pure con questi tre punti in tasca, ma ricordati che non tutti hanno un cuore così forte.