Conference League
Fiorentina- Panathinaikos
 3-1

Fiorentina solida, passa il turno… ma quanta fatica (e qualche brivido di troppo)

Tempo di lettura: 3 minuti circa

Il commento

La Fiorentina batte 3-1 il Panathinaikos e conquista i quarti di finale di Conference League. Partita che sembrava chiusa dopo un grande primo tempo (2-0), ma che nel secondo ha mostrato ancora qualche limite, specie nella gestione del risultato e nei soliti cambi di Palladino che lasciano più dubbi che certezze.

Finalmente si è visto Gudmundsson dal primo minuto, e non ha tradito: gol e tanta qualità. Molto bene Fagioli, che quando gioca nel suo ruolo fa la differenza, mentre Kean si conferma il nostro uomo in più là davanti. Ma la gestione della partita, ancora una volta, non convince: cambi troppo conservativi, moduli che cambiano in corsa senza apparente senso e quella sensazione che se i greci avessero spinto di più, ci sarebbe stato da soffrire fino alla fine.

La squadra c’è, i giocatori pure. Ma la Fiorentina continua a non dare l’impressione di avere un’identità forte. Passare il turno era il minimo, ora serve continuità e un gioco più riconoscibile.

Le pagelle

De Gea 6. Prestazione sufficiente. Attento su due o tre situazioni delicate, ma sul rigore di Ioannidis non può nulla. Brivido quando resta a terra dopo uno scontro, ma per fortuna si riprende. L’importante era tornare a rivederlo in porta: trasmette sicurezza.

Comuzzo 6. Si batte, come sempre. Non perfetto quando viene puntato da Ioannidis, ma riesce comunque a cavarsela senza troppi danni. Prezioso nel gioco aereo.

Pongracic 5,5. Il peggiore del reparto difensivo. Qualche intervento avventato, si becca un giallo per un battibecco con Swiderski e rischia di perdere la testa. In impostazione sbaglia troppo. Serve di più da un giocatore della sua esperienza.

Ranieri 6. Solita partita di sostanza. Tiene bene su Tete e si propone anche in avanti. Esce nella ripresa per far spazio a Zaniolo, quando Palladino decide di cambiare pelle alla squadra.

Dodò 6. Meglio rispetto alle ultime uscite. Si propone, spinge, difende. Peccato che in alcune circostanze sbagli scelta, ma si vede che ha voglia di ritrovarsi.

Fagioli 7. Dirige la manovra con qualità e intelligenza. Serve un assist splendido a Mandragora e mette ordine in mezzo al campo. L’unica macchia è quel fallo da rigore ingenuo che regala l’unico gol agli avversari.

Cataldi 5,5. Prestazione anonima. Fa il compitino, ma non incide mai. Quando esce si sente quasi un sospiro di sollievo generale.

Mandragora 7. Si prende la scena con un gol di pregevole fattura che apre le danze e mette subito in discesa il match. Per larghi tratti sembra ovunque, ma poi cala. Esce per Adli nella ripresa.

Gosens 6,5. Corre, copre, chiude. È una garanzia sulla fascia sinistra, sia in fase offensiva che difensiva. Monumentale una diagonale salvifica nel secondo tempo.

Gudmundsson 7. Finalmente titolare! E finalmente decisivo: segna il gol del 2-0 (con deviazione, va detto) e mette in mostra tutto il suo repertorio di qualità e fantasia. Deve giocare sempre. Non si discute.

Kean 7. Fa a sportellate per tutta la partita, si costruisce da solo la rete del 3-0 e sfiora la doppietta. È il nostro terminale offensivo più affidabile e lo dimostra anche oggi.

Subentrati

Folorunsho 6. Entra per dare più sostanza a centrocampo, ma rischia l’autogol su un tocco sfortunato. Combattivo, però impreciso.

Beltran 6. Si sbatte tanto quando entra, tiene bene palla e prende falli importanti per far respirare la squadra. Fa il suo.

Adli 5,5. Un ingresso che lascia perplessi. Un tacco insensato regala un contropiede al Pana. Non è la sicurezza fatta giocatore, almeno per ora.

Zaniolo 5,5. Entra e prende un giallo inutile. Spreca un contropiede che poteva chiudere la partita in modo definitivo. Troppo poco.

Moreno s.v.. Poco in campo, ma fa il suo quando serve.

Palladino 6. Voto di stima per il risultato, ma restano troppi dubbi sulla gestione. Bene la scelta iniziale con Gudmundsson e Kean insieme, ma il cambio modulo a gara in corso sembra più dettato da ansia che da strategia. Eppure, si passa il turno. Ma serve di più.

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