La Fiorentina chiude il girone di andata con sentimenti contrastanti. Da una parte, un periodo di pura illuminazione che ha visto i viola infilare otto vittorie consecutive, facendo sognare i tifosi; dall’altra, una serie di prestazioni deludenti, culminate in quattro sconfitte consecutive e in un gioco che ha spesso lasciato a desiderare, anche in partite vinte come quelle contro Torino e Genoa.
I limiti di Palladino: il modulo e le scelte discutibili
Il principale nodo di questa stagione è stato tattico. Palladino, nonostante il momento brillante con il centrocampo a tre guidato da Bove, ha inspiegabilmente deciso di abbandonare un modulo che stava portando risultati e solidità. Il ritorno al centrocampo a due si è rivelato un azzardo fallimentare, mettendo in difficoltà una squadra che fatica a reggere l’urto contro avversari fisici e organizzati.
La partita contro il Napoli è stata emblematica: una formazione leggera, mai utilizzata prima, con ben cinque titolari lasciati fuori e la scelta di Moreno – reduce da meno di 90 minuti giocati in Conference League – al posto di Pongracic, che sedeva inspiegabilmente in panchina. Moreno, fino al gol, non aveva demeritato, ma in una partita così delicata era davvero il momento giusto per osare tanto? Il risultato è stato un centrocampo surclassato dalla fisicità e dall’organizzazione partenopea, che ha messo la Fiorentina costantemente in balia dell’avversario.
Gli episodi non bastano come alibi
Non c’è dubbio che alcuni episodi abbiano punito i viola, ma questo non basta a giustificare prestazioni prive di mordente e lucidità. Il problema non è limitato alle ultime quattro partite: anche in vittorie come quelle di Torino e Genova si è intravisto un gioco poco convincente, salvato più dalle giocate dei singoli che da una reale coesione tattica.
Il mercato come ultima speranza
Oggi la speranza di tutti i tifosi è che il mercato di gennaio dia una mano a Palladino. Servono rinforzi, specialmente a centrocampo, dove l’attuale rosa non sembra in grado di sostenere un modulo a due. È chiaro che con un centrocampo a tre, anche adattando un terzo uomo con caratteristiche diverse, la Fiorentina aveva trovato un equilibrio che è stato abbandonato troppo presto.
Le voci di mercato sono incoraggianti, con alcuni nomi che potrebbero essere interessanti per colmare le lacune evidenziate finora. Ma ciò che fa sognare i tifosi è la possibilità di una “ciliegina” in pieno stile Cecchi Gori, quel colpo ad effetto capace di dare uno sprint decisivo alla seconda parte di stagione. La Fiorentina ha dimostrato di avere bisogno di giocatori di personalità e qualità per ritrovare entusiasmo e punti in classifica.
Una campagna acquisti da rafforzare
La campagna acquisti estiva, pur interessante, è però mancata sul campo a causa del mancato apporto di quei colpi importanti che avrebbero potuto fare la differenza. Non c’è dubbio, infatti, che sul campo si è fatta sentire l’assenza degli acquisti di Gudmundson e Pongracic su cui ad oggi si è potuto contare poco (Gudmundson) o nulla (Pongracic). La speranza è che gennaio possa essere il momento giusto per aggiungere forza a un organico che, seppur promettente, ha ancora bisogno di innesti per affrontare la seconda parte della stagione con ambizioni più solide.
Una seconda parte di stagione per riscattarsi
Il girone di andata si chiude con un bilancio che lascia più dubbi che certezze. La Fiorentina ha dimostrato di avere qualità, ma anche limiti tattici e scelte tecniche discutibili. Ora la palla passa alla società e al mercato, con l’auspicio che Palladino possa ritrovare la strada giusta per riportare la squadra ai livelli che i tifosi si aspettano.
Con i giusti rinforzi, i viola possono ancora raddrizzare la stagione. La Fiorentina è un cantiere aperto, ma con qualche mossa accorta, quel sogno di una squadra competitiva potrebbe finalmente diventare realtà. Tifosi e città aspettano con impazienza: ora tocca a società e tecnico non deluderli.
E comunque sempre forza viola!