Scegliere un allenatore è più difficle che scegliere un calciatore: quest’ultimo lo vedi giocare, e puoi farti un’idea. Dell’allenatore invece non si vede niente, dato che non va in campo. Si guardano i risultati, ma non è tutto.
Di sicuro, nella scelta di calciatori e allenatori c’è un parametro in comune, che giornalisti e tifosi non afferrano mai: non lo si deve scegliere per quello che hanno fatto ultimamente, ma per quello che si pensa che possano fare nel contesto in cui saranno.
La Fiorentina 2025/26 sarebbe bene fosse la continuazione e l’evoluzione in meglio di quella del 2024/25, che è stata il risultato di una grossa rivoluzione nella rosa. Per non fare un’altra rivoluzione, che toglierebbe inevitabilmente punti, sarebbe opportuno un allenatore che desse una certa continuità a quanto costruito da Palladino. Per parlare semplice: non tornare al 4-2-3-1 o al 4-3-3. Il che esclude, oltre a Sarri, anche Baroni, Farioli e Motta.
Gilardino, Pioli, Vanoli e forse anche De Rossi sono allenatori che praticano il 3-5-2. De Rossi e Pioli hanno entrambi un alto stipendio; Pioli per di più è di fatto bloccato in Arabia fino a metà luglio, a meno di non voler pagare qualche milione in più in imposte.
Gilardino, dopo una gavetta in serie minori, ha fatto bene due stagioni e male una terza al Genoa. Nelle prime due ha conquistato la promozione in Serie A e portato poi la squadra a centro-classifica, fino ad essere l’estate scorsa uno dei tre candidati a prendere la panchina viola. Con lui, Gudmundsson ha disputato due eccellenti stagioni. Poi, il Genoa gli ha disfatto la squadra, e Gilardino non è riuscito ad adattarsi (cosa che invece il subentrante Vieira ha fatto).
Ma se Gilardino era buono l’anno scorso, è buono anche quest’anno. Invece, allorché oggi si è sparsa la voce che proprio lui potrebbe essere il prescelto, i tifosi si sono letteralmente infuriati, tanto è stato efficace il lavaggio del cervello fatto dalla stampa viola, per la quale, non prendere Sarri o almeno Pioli equivale a prendere un perdente.