Uso le parole di Commisso, dette però in un altro contesto, per commentare la partita di ieri: quando l’ho vista sono sobbalzato sul divano e non certo per la felicità, ma per lo sdegno di vedere una squadra che offende il gioco del calcio e i colori che indossa, che non riesce a mostrare un gioco, priva di qualsiasi idea di tattica e di un’individualità degna del massimo campionato di calcio.
Ma quello che mi fa ancora più sdegnare sono le dichiarazione di dirigenti e allenatore nel post gara, che denotano il completo distaccamento dalla realtà di questa società che vive in un universo tutto suo lontana anni luce dalle vicende sportive.
Dire che siamo stati condannati da un episodio in una partita in cui sarebbe stato giusto il pareggio, significa aver perso di vista ogni minima ambizione sportiva; d’altronde dalla politica del punto in più rispetto alla stagione precedente che cosa vogliamo pretendere?
Personalmente, ma penso di non essere il solo, anche uno 0-0 mi avrebbe fatto incavolare allo stesso modo. Ciò che ferisce ancora prima del risultato sono le prestazioni indecenti che questa squadra ci offre ogni settimana.
Dopo la partita con lo Spezia, il sottoscritto, che ha partecipato a un trasmissione televisiva su Italia 7, è stato unitamente agli altri ospiti ferocemente contestato perché eccessivamente critico dopo una vittoria per 3-0; alla luce di quanto è successo ieri, quelle critiche sono state forse troppo leggere.
Come potevamo esaltarci per un vittoria priva di qualsiasi elemento di continutà arrivata più per demeriti dell’avversario che per reali meriti della squadra, anche in quel 3-0, quanto mai prezioso per la classifica, si sono visti tutti i limiti tecnici e tattici di questa squadra. Chiedo scusa se non mi sono recato negli studi televisivi suonando il clacson della macchina e sventolando il vessillo viola fuori dal finestrino.
Nonostante questa completa desertificazione tecnica e di sentimenti e di ambizioni sportive, io sono fortemente convinto che questa squadra si salverà, la mia convinzione è necessaria perché altrimenti, se così non fosse, alla fine del campionato questa dirigenza sarebbe capace di venderci la salvezza come un obiettivo centrato.
Bisogna invece avere la consapevolezza che comunque la stagione è stata e sarà fallimentare, senza questa consapevolezza non si potrà in futuro cambiare marcia, ma al contrario resteremo inchiodati alla lotta per non retrocedere e continueremo in eterno a giocare a porte chiuse. Ma non mi riferisco alle porte del tifo, ma a quelle delle ambizioni.
Da oggi stesso deve essere chiaro che nessuno merita la riconferma, da Prandelli a Pradè passando per Barone, perché ognuno ci ha messo del suo per contribuire a fare questo disastro tecnico della peggior Fiorentina del post fallimento.
Una risposta
Sottoscrivo ogni rigo e parola detta
Si è superato il limite della sopportazione