A quindici giorni dall’inizio della stagione, il mercato della Fiorentina si infiamma; non che fino a oggi fosse stato fermo, anzi. Sono arrivati due giocatori estremamente interessanti come Parisi e Arthur che, già nelle prime uscite stagionali, hanno fatto vedere qualcosa di interessante, oltre al difensore Mina e a Infantino. Su questi ultimi due, personalmente nutro qualche perplessità in più, anche se Mina ha un passato sicuramente eccellente. Infatti è stato la sorpresa dei penultimi mondiali, difensore fisicamente piazzato e con il vizio del gol; ultime due stagioni non esaltanti per vari infortuni e scelte tattiche.
Infantino, invece, è un giovane di prospettiva che sicuramente necessiterà di tempo per poter diventare un giocatore da Fiorentina. Comunque un acquisto che ci sta. Il vero capolavoro la Fiorentina lo ha fatto nelle cessioni, incassando quasi 50 milioni da Igor, Terzic e Cabral, giocatori che certo non hanno lasciato il segno nella storia della Fiorentina, ma che sono stati ceduti come top player. Una parte del merito di queste cessioni, oltre che nell’abilita degli uomini mercato viola, va data sicuramente alla Conference: sono giocatori che facevano parte della squadra che è arrivata in una finale di una competizione europea e pertanto inevitabilmente giocatori di valore. Questo significa che giocare in Europa, qualsiasi Europa sia, accresce il valore della squadra. Rifletta chi pensa che la Conference sia una competizione inutile e questo non perché il fine debba essere quello di cedere i giocatori, tutt’altro, ma quello di fare aumentare il fatturato per rafforzarsi e cercare cosi di fare quel saluto di qualità che ti permetta di arrivare al grandine superiore.
Le cessioni di Igor, Terzic e Cabral, forse anche quella di Amrabat, hanno consentito alla Fiorentina di fare il migliore mercato dell’era Commisso, un mercato che finalmente, almeno sulla carta (poi sarà il campo a dare la risposta definitiva) farà fare il tanto agognato salto di qualità. Sono arrivati, infatti, giocatori di indubbio valore; oltre ai già citati Parisi e Arthur, ecco un interessatissimo portiere come Christensen: vero che è retrocesso come Carnesecchi, ma gli esperti ne parlano un gran bene e soprattutto ha quelle caratteristiche fisiche che ha richiesto l’allenatore. Alto 190 cm, doti acrobatiche, molto reattivo tra i pali. Poi ecco Nzola, anche lui fortemente voluto da Italiano, 13 gol nello scorso campionato (quanto Jovic e Cabral insieme) e due assist, e infine quella che in passato sarebbe stata chiamata la ciliegina, ovvero Beltran, uno dei profili più interessanti ed emergenti del campionato argentino, fucina di grandi campioni e attaccanti di sicuro valore. Tutti ne parlano un gran bene di questo ragazzo giovane e con passaporto italiano che, con i suoi gol, ha contribuito a fare vincere lo scudetto al River Plate. Chi conosce il calcio argentino è sicuro che avrà avvenire come quell’Alvarez sfuggito al Fiorentina qualche mese fa per approdare nella squadra campione d’Europa.
Alla lista degli acquisti voglio aggiungere anche quelli di due giovani interessanti che hanno ben impressionato nel weekend britannico, ovvero Kayode (fresco match winner e campione europeo con la Nazionale Under 19) e Comuzzo, difensore centrale del 2005, forse ancora un po’ grezzo ma di grande carattere, speranze concrete della cantera viola.
Forse qualcuno non si sarebbe mai aspetto un mercato così da protagonista da parte della Fiorentina, sicuramente il migliore tra la squadre italiane, dietro forse solo al quello del Milan. Qualcuno ma non Italiano che, subito dopo la finale persa di Conference a Praga, era uscito più che soddisfatto dall’incontro con la proprietà e che evidentemente era stato rassicurato sul fatto che la società avrebbe avuto serie intenzione di alzare l’asticella della squadra, seguendo i suoi desideri. Una sinergia, quella tra allenatore e società, che fa bene sperare per un stagione ricca di soddisfazioni in casa viola.