Ieri abbiamo visto la più provinciale delle Fiorentine. Abbiamo vinto aspettando il Verona nella nostra metà campo, con grande sofferenza e dopo un primo tempo in cui ne potevamo prendere tre, come ha detto (giustamente) Juric.
Una Fiorentina provinciale. Brutta e intimorita nel primo tempo, più gagliarda e tenace nel secondo; proprio come speriamo di vederla da qui alla fine del campionato. Alla fine abbiamo portato a casa i tre punti, grazie ancora a Vlahovic (16 reti!) e a Cáceres. Senza dimenticare Dragowski che, nel primo tempo, ha salvato la Fiorentina con i suoi interventi. Tre punti fondamentali che non mettono in salvo ancora la Viola ma le fanno fare un bel passo in avanti, confidando nei risultati delle altre di stasera. E questo anche e soprattutto psicologicamente. E sappiamo quanto sia importante la psicologia in questo momento del campionato.
Ma non voglio più parlare di Verona-Fiorentina. Voglio parlare, da buona provinciale, del match di domenica, contro una delle squadre della Super League, quell’aborto di Super Lega nato contro ogni idea e ogni fondamento del gioco più bello del mondo: il calcio. Il football nasce in Inghilterra e voglio prendere spunto da un’idea di calcio che ancora ci appartiene, un calcio genuino, direi provinciale ma che non ha niente a che spartire con l’idea di calcio della Super Lega, fortunatamente subito abortita con la nota ufficiale di stanotte, dopo gli addii delle squadre inglesi.
Ancora nessuna nota ufficiale delle italiane, men che meno da parte della Juventus, la più provinciale della Super League. Il senso del calcio e dei suoi miliardi (finti) è ciò che è successo in Inghilterra con il caso del FC United of Manchester, fondato da tifosi dei red contrari all’arrivo del magnate statunitense Glazer: fin dal primo incontro, centinaia di persone hanno messo a disposizione esperienze professionali, risorse e tempo per un progetto che ha fatto scuola.
In 10 anni il FCUM è arrivato a costruirsi uno stadio di proprietà, salendo lentamente la china delle serie minori inglesi, fino ad arrivare in Sesta Divisione. Lo seguono migliaia di tifosi che al pub continuano a guardarsi i gol di Rooney; perché un pezzo di cuore è rimasto all’Old Trafford. “Two United, but the soul is one”.
Ecco, per noi fiorentini la Super Lega rappresenta l’anti calcio, la versione elitaria di uno spettacolo che va contro ogni idea fondante del gioco più bello del mondo e che ci appartiene e appartiene a tutti. Il tifo, la territorialità e il campanilismo, il suo essere popolare sono alcuni degli aspetti più belli di questo gioco. E noi, da buona provinciale, non ci rinunceremo.
Il bello del calcio è il merito. Su quel rettangolo tutti sono uguali, certo con forze diverse ma, comunque, sempre 11 contro 11. E, come sappiamo, la palla è rotonda e lì, in quei 90 minuti, tutto può succedere. Come effettivamente succede. Gli esempi del Leicester o dell’Atalanta sono quelli che vorremmo vedere sempre di più. E allora noi oggi siamo la provinciale Fiorentina per la quale, oltre a salvarsi, conta vincere contro la Vecchia Signora, la Juventus, e la Super League. Quella Juventus che contro la Fiorentina non ci vorrebbe nemmeno giocare perché non rappresenta una élite del calcio. Ecco, io domenica vorrei lo scalpo della Juventus.
Vorrei vedere una Fiorentina che non lascia scampo alla Juventus. Come sarebbe bello, domenica, poter vedere uno stadio pieno. Vi immaginate gli sfottò del tifo viola contro il presidente della Juventus dopo l’aborto della Super League? Quelli in palio domenica saranno tre punti per salvarsi, certo. Ma saranno anche e soprattutto tre punti per lottare contro un’idea di calcio che noi, a Firenze, vorremo sempre rappresentare. Quella di Davide contro Golia. E noi saremo sempre Davide. Ci vediamo domenica.
Garrisca al vento il labaro viola!