Il commento
Passiamo il turno, sì. Ma che sudata contro un Celje che per larghi tratti ha fatto sembrare noi la squadra di Conference e loro una da Champions. Dopo un primo tempo tutto sommato positivo, con il vantaggio firmato Mandragora, i viola si addormentano. E il Celje, con personalità e coraggio, prima pareggia e poi addirittura va avanti.
L’1-2 dei sloveni è una fotografia perfetta di questa Fiorentina: confusa, scollegata, senza un’identità chiara. L’unico schema, come troppo spesso accade, è “palla a Kean”, e per fortuna che Moise è in serata e si inventa il 2-2 che ci salva la serata. Ma non l’onore.
Palladino sembra incepparsi sempre contro le squadre che si chiudono e ripartono, e la squadra – pur piena di qualità – non riesce mai ad imporsi con continuità. È ora di dirlo: così non basta. La semifinale è una gioia, ma serve un cambio di passo, e subito. Perché da tifoso viola, ci tengo a vincere… ma anche a riconoscere la mia squadra quando la guardo giocare.
Il gioco latita, i meccanismi sembrano inceppati, e l’impressione netta è che – contro le squadre più abbordabili – l’unico schema sia “palla a Kean e speriamo che succeda qualcosa”. Ecco, oggi qualcosa è successo, ma non nel modo che volevamo. Se la Fiorentina vuole davvero arrivare in fondo in Europa, serve molto di più. Serve un’identità. Serve il coraggio di essere squadra. Non solo un gruppo di buoni giocatori.
Le Pagelle
De Gea – 6,5 (Reattivo). Tiene in piedi la baracca con un paio di ottimi interventi, specialmente nel momento di massima pressione degli sloveni. Da tifoso viola, uno dei pochi che offre sempre garanzie.
Pongračić – 6 (Discontinuo). Avvia l’azione del primo gol con un bel lancio, ma poi si fa sorprendere su Nemanič. Alterna buone cose a leggerezze inspiegabili: da tifoso, vorrei più solidità.
Comuzzo – 5,5 (Incostante). Soffre Matko sul primo gol e non dà mai l’impressione di essere padrone della sua zona. Va protetto, ma da tifoso mi aspetto più attenzione.
Ranieri – 6 (Volitivo). Solita prova generosa e anche un gol annullato dal VAR. Difende con determinazione, ma è meno preciso del solito. Da tifoso, apprezzo il cuore.
Folorunsho – 6 (Adattato). Messo a fare il quinto a destra, lotta e si sbatte. Non è il suo ruolo, ma non si tira mai indietro. Da tifoso, non posso chiedergli di più in quella posizione.
Mandragora – 7,5 (Ispirato). Segna un gran gol e regala un assist a Kean. Sta vivendo un momento magico e mi tocca dirlo (e non lo avrei mai immaginato a inizio stagione): è lui il nostro vero regista offensivo.
Cataldi – 6 (Ordinato). Gestisce il possesso senza guizzi, ma senza errori. Manca un po’ di dinamismo, ma da tifoso riconosco la sua utilità in equilibrio.
Fagioli – 5,5 (Appannato). Giocatore di classe, ma questa sera poco concreto. Prova a far girare la squadra, ma lo fa a velocità troppo bassa. Qualche apertura interessante, ma senza strappi. Gli manca continuità.
Parisi – 5,5 (Sbiadito). Poco incisivo in fase offensiva, e distratto sul gol del pareggio. Da esterno si propone tanto, ma spesso sbaglia la scelta finale. Gioca col freno a mano tirato a parte qualche galoppata delle sue.
Gudmundsson – 5 (Inconsistente). Sparisce col passare dei minuti e spreca una buona occasione nel primo tempo. Sono mancati anche i suoi lampi.
Kean – 7 (Determinante). Segna il gol della sicurezza e se ne vede annullare un altro. Tiene da solo il peso dell’attacco. Fa a sportellate, crea occasioni, segna il gol del pareggio e meriterebbe anche il gol vittoria. Senza di lui, questa squadra oggi non avrebbe segnato neanche a porta vuota.
Da tifoso, una delle poche certezze.
Subentrati
Richardson – 6 (Vivace). Dà brio nel momento in cui la squadra sembra sulle gambe. Entra e sembra voler spaccare il mondo: forse gli servirebbe più minutaggio.
Gosens – 6 (Propositivo). Spinge bene e regge fisicamente. Dopo l’infortunio sembra sulla via del ritorno. Impedisce e ferma l’ultima azione del Celje nel recupero. Uno dei pochi di caratura europea.
Adli – s.v. (Ingiudicabile). Troppo poco in campo per valutarlo, ma da tifoso avrei voluto vederlo prima.
Beltrán – s.v. (Evanescente). Non lascia traccia nel finale. Involuto.
All. Palladino – 5,5 (Confusionario). Squadra che parte bene, poi si smarrisce. I cambi non incidono (come al solito), E in Europa, questo non basta. Il gioco non c’è. Contro le piccole il copione è sempre lo stesso: sperare nella giocata del singolo. Non si vede una manovra offensiva corale, non si vede equilibrio. E il Celje oggi sembrava il Barcellona. Serve una sterzata, e serve ora.