A mente fredda. Palladino, la crisi è servita: sei partite senza vittorie e una Fiorentina smarrita

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Da otto vittorie consecutive a sei partite senza successi. La Fiorentina di Raffaele Palladino sembra essersi smarrita nel peggior momento possibile, quando avrebbe dovuto consolidare il proprio status di squadra da alta classifica. Il pareggio contro il Torino ha evidenziato, ancora una volta, tutte le difficoltà di una squadra che non sa più vincere e che ha perso la compattezza e la grinta che la caratterizzavano.

Dopo le sconfitte contro Napoli, Monza e gli stop precedenti, la sensazione è che la striscia di otto vittorie consecutive avesse offuscato problemi strutturali già presenti fin dall’inizio della gestione Palladino. Il tecnico, arrivato con l’obiettivo di dare un’identità precisa alla squadra, sembra ora in confusione totale, incapace di trovare la quadra e gestire al meglio la rosa a sua disposizione.

Una crisi silenziosa fin dall’inizio

Sei partite senza vittorie, quattro sconfitte e due pareggi: questi i numeri che condannano Palladino nelle ultime settimane. Ma la crisi sembra essere nata molto prima, fin dalle prime giornate, quando la Fiorentina faticava a trovare continuità e i problemi tattici erano evidenti. Poi, l’illusione della striscia positiva, in cui i viola hanno vinto partite con qualità e cinismo, mascherando però i limiti di fondo di una squadra che si sta sfaldando proprio nel momento in cui avrebbe dovuto accelerare.

La gestione del gruppo è il vero nodo del problema. La squadra non ha più la stessa intensità, non ha più la stessa fame, non ha più la stessa solidità difensiva che l’aveva resa così efficace durante il periodo migliore della stagione. Il gol regalato al Torino da Comuzzo è l’emblema di una squadra che ha perso sicurezza e che non riesce più a gestire i momenti chiave della partita.

Acquisti svalutati e decisioni discutibili

Uno dei punti più critici della gestione Palladino riguarda la gestione della rosa. La Fiorentina ha investito su giocatori di talento, alcuni anche a cifre importanti, eppure alcuni di questi sono stati completamente svalutati o utilizzati con troppa discontinuità. Due nomi su tutti: Pomgracic e Gudmundsson.

Il primo è stato di fatto accantonato, nonostante fosse stato acquistato per dare solidità al reparto difensivo. Il secondo, invece, dovrebbe essere il faro della squadra, l’uomo capace di accendere la luce nei momenti di difficoltà, ma viene spesso sostituito o lasciato in panchina nei momenti cruciali. Scelte che hanno fatto discutere e che lasciano più di un dubbio sulla capacità di Palladino di valorizzare al meglio le risorse a sua disposizione.

Anche la gestione di alcuni titolari è discutibile: Colpani continua a essere schierato nonostante prestazioni mediocri, mentre alcuni giocatori in difficoltà non vengono mai messi in discussione. La squadra sembra bloccata, prevedibile, incapace di cambiare ritmo e di trovare soluzioni alternative.

Palladino ha perso il polso della squadra?

Forse la questione più preoccupante non è nemmeno quella tattica, ma quella mentale. La Fiorentina ha perso la sua grinta, il suo spirito battagliero. Se nelle settimane d’oro si vedeva un gruppo compatto, aggressivo, sempre pronto a lottare su ogni pallone, oggi la squadra appare spenta, sfiduciata, quasi arrendevole.

Gli errori individuali sono aumentati, le rimonte subite si stanno moltiplicando e la sensazione è che il tecnico abbia perso il polso del gruppo. Un aspetto che si era già visto in alcune fasi della stagione, ma che oggi è evidente. I giocatori sembrano meno convinti delle scelte del tecnico, meno motivati e meno compatti. E quando una squadra perde la sua unità, è il segnale più chiaro di una crisi profonda.

Quale futuro per Palladino?

Sei partite senza vittorie sono un campanello d’allarme enorme, che non può essere ignorato. La Fiorentina ha bisogno di ritrovare immediatamente fiducia e risultati, altrimenti il rischio è quello di scivolare in una stagione anonima e deludente.

La palla è nelle mani di Palladino: deve dimostrare di essere un allenatore capace di uscire dalle difficoltà, di prendere decisioni forti e di ridare certezze a una squadra che oggi sembra aver perso la bussola. Il tempo per rimediare c’è, ma non è infinito. Serve una scossa immediata, altrimenti la crisi rischia di diventare irreversibile.

A questo punto la domanda sorge spontanea: è giusto dare altro tempo (seppur limitato) a Palladino per provare a risollevare la squadra, oppure il rischio è quello di una deriva definitiva che potrebbe compromettere l’intera stagione?

2 risposte

  1. Il valore della rosa non era quello delle 8 vittorie ma neanche questo di ora. Giocatori bloccati mentalmente e impauriti. Può essere normale dopo tutte queste sconfitte che però sono arrivate per colpa di Palladino che non ha saputo trovare un diverso assetto tattico dopo infortunio di Bove. Difficile che riesca a riprendere in mano la situazione. Credo che tra un paio di partite se la situazione rimane questa serva una scossa.

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