La grossa notizia di ieri è che la Fiorentina non riscatterà Adli, Folorunsho, Colpani e Zaniolo. Poi, Pradè ha aggiunto che una decisione su Gudmundsson e Cataldi non è stata ancora presa. L’impressione che ho ricavato ascoltando le parole di Pradè è che finiranno per riscattare Cataldi, e che invece non vogliono riscattare Gudmundsson a quelle condizioni, con la faccenda del processo penale pendente che è solo una complicazione ulteriore, ma non la dirimente principale, che pare essere il dubbio che Palladino nutre verso l’islandese.
Avevo sperato che, dopo la rivoluzione di quest’anno, arrivasse la stabilità, ma non sarà così. Il mancato riscatto più clamoroso fra quelli ufficiali è quello di Adli. Il francese ha fatto quattro gol in campionato, tutti decisivi. E vari assist. C’è da dire una cosa: Adli è stato ritenuto a torto un playmaker alla Pirlo. No, è un giocatore alla Zidane. E giocare indietro non ha giovato, né a lui, né alla squadra.
A differenza degli altri tre mancati riscatti, Pradè ha detto che quello di Adli è stato deciso di comune accordo col giocatore, il che lascerebbe intendere che Adli non voleva restare (e che gli atri tre invece sì). Non mi spiego questa decisione di Adli in altro modo che supponendo che l’arrivo di Fagioli lo avrebbe marginalizzato in panchina.
Infatti dopo la partita con l’Empoli del 27 aprile, Pradè aveva detto: “Ringrazio fortemente Folorunsho, lo abbiamo preso per sostituire Bove e ha giocato in tutte le posizioni fuorché nel suo vero ruolo. Ci sta dando tantissima disponibilità. Ringrazio anche Adli, che aveva iniziato con noi in modo incredibile. Poi ha avuto un infortunio che l’ha tenuto fuori due mesi ed è rientrato trovando davanti a sé una squadra quadrata. Perciò ha sofferto questa situazione, ma oggi si è fatto trovare pronto e ha fatto un gol bellissimo. E anche Zaniolo, trova poco spazio, ma è entrato con motivazione e cattiveria. Il mio pensiero oggi è per loro tre”. In questa dichiarazione, c’erano degli indizi: Pradè aveva fatto capire che Folorunsho, Adli e Zaniolo non erano e non sarebbero stati titolari.
Escludendo Bove, la Fiorentina in questa stagione ha preso otto giocatori in prestito. In due casi – Gosens e Fagioli – si sono verificate le condizioni dell’obbligo di riscatto. Negli altri sei, la Fiorentina era libera di decidere, tenedo però in conto che in tre casi il costo del prestito era stato alto. Tuttavia, la Fiorentina ha scelto di “perdere” i 4 milioni spesi per Colpani e i 3.2 spesi per Zaniolo. Adli era costato 1.5 milioni e Folorunsho 1 milione.
Come avevo scritto ne Il costo dei mancati riscatti, scegliere di non riscattare significa bruciare ogni anno dei soldi e ricominciare da capo. Quest’anno i prestiti non riscattati sono costati alle casse viola 9.7 milioni. L’anno scorso 3.75.
Certo, dipende dalle motivazioni e dal contesto in cui la Fiorentina ha preso ogni giocatore in prestito, ma mi riesce difficile non pensare nella maggior parte dei casi a degli errori di valutazione. Il caso Colpani è poi clamoroso, dato che Palladino lo conosceva bene.
E presto assiteremo alla decisione su Gudmundsson, il cui acquisto la piazza aveva invocato invano a gennaio 2024, al punto di indurre Commisso a scrivere una lettera pubblica ai tifosi. Nella conferenza stampa di ieri Pradè ha anche detto che cercherà una seconda punta da affiancare a Kean. Un altro indizio che il riscatto di Gudmundsson non è nei loro programmi. Vedremo.
Una risposta
Gudmundsson è il miglior giocatore della Fiorentina e nel suo ruolo uno dei migliori del campionato. Il suo rendimento di quest’anno al di sotto delle aspettative è dovuto alla preferenza che Palladino ha mostrato verso Beltran, un calciatore che farebbe fatica anche in serie B e di cui è inspiegabile l’acquisto, per non parlare della cifra con la quale è stato pagato. Le ragioni della sfiducia di Palladino sono ignote, ma la cosa era di un’evidenza indiscutibile. I problemi legati alle vicende personali del giocatore dovrebbero essere superati, magari prolungando il prestito. Gudmundsson dovrebbe essere uno dei capisaldi su cui la Fiorentina costruisce il fututo. Lasciarlo andare sarebbe soltanto l’ennesima prova della scarsa lucidità dell’atuale dirigenza