Cercasi disperatamente razionalità: in tre anni non ho mai sentito una richiesta di esonero di Italiano come quella, anzi quelle, dato che siamo alla terza (settembre, gennaio e febbraio), di Palladino. Eppure, i dati parlano chiaro: sotto la guida di Italiano nel 2021/22 la squadra ebbe una media di 1.63 punti a partita, nel 2022/23 1.47, e nel 2023/24 1.57. Oggi con Palladino siamo a 1.61.
Numeri simili dunque. Allora perché nei tre anni passati la rabbia dei tifosi non si è mai rivolta verso l’allenatore?
Una prima risposta possibile è che evidentemente i tifosi non percepivano Italiano come il principale responsabile. Che anzi, essendo succeduto a un allenatore che aveva lasciato la squadra poco sopra la zona retrocessione, già solo per il fatto di aver fatto meglio di lui, ha goduto il primo anno di una “luna di miele”.
C’è poi la questione della cessione di Vlahovic: nelle 22 partite in cui Italiano ebbe il centravanti serbo in squadra, la Fiorentina fece 36 punti, ovvero la stessa media di 1.63 punti a partita del resto della stagione. Ma quel Vlahovic era in un tale stato di forma che portò la Juventus e altre squadre straniere a fare un offerte folli per averlo. A gennaio per Kean non è arrivata nessun’offerta del genere, se vogliamo stare nel paragone.
Chi difende Italiano cita inoltre il fatto che ci ha portato a fare tre finali. Vero. Ma allora dobbiamo anche dire che è l’allenatore che ci ha fatto perdere tre finali, l’ultima delle quali contro una squadra mediocre. E inoltre: la Fiorentina in quelle finali ci era arrivata eliminando squadre mediocri; i tifosi si sarebbero arrabbiati se una di quelle ci avesse eliminato.
Dico allora la mia: dopo la citata luna di miele, Italiano ha beneficiato dell’alibi della cessione di Vlahovic e poi di quella di Torreira, due fatti che hanno diretto la rabbia dei tifosi prima verso Commisso e poi verso Barone e Pradè.
La seconda stagione è stata negativa: 1.43 punti a partita e ottavo posto. Ma i tifosi hanno sognato fino all’ultimo la vittoria di una o due coppe, e i sogni nel calcio sono tutto.
Nella terza stagione Italiano (1.57 punti a partita, meno di Palladino) ha fatto un capolavoro di comunicazione, quando a febbraio ha fatto capire che sarebbe stato lui ad andarsene a fine stagione, dato che la società non gli comprava i rinforzi. Così facendo, la rabbia dei tifosi si è indirizzata di nuovo verso i dirigenti.
Quando Palladino è arrivato, si è trovato a dover fare meglio di un allenatore che ufficialmente aveva portato la squadra tre volte in Conference League, anche se in realtà in realtà Italiano sul campo ci era riuscito solo una volta, le altre due la qualificazione fu un regalo dovuto ai ripescaggi.
Oltre a ciò, sono stati fatti dei buoni acquisti, e inoltre i dirigenti, evidentemente per coprirsi le spalle, dichiarano che loro hanno fatto la loro parte, e che ora sta all’allenatore fare il resto. Questo ha messo Palladino con le spalle al muro, e la percezione dei tifosi è che ora è tutta colpa sua, perché è inesperto, etc.
Ripeto: salviamo il soldato Palladino, l’allenatore rivelazione delle ultime due stagioni. Quello che prese a settembre 2022 il Monza che nelle prime sei giornate aveva perso cinque partite e pareggiata una, portandolo sotto la sua gestione a una media di 1.62 punti a partita.