Come avevo scritto il 21 ottobre scorso, la Fiorentina ha una rosa ampia, e sono tutti giocatori all’altezza di una squadra che lotta per la zona UEFA. Tuttavia, 3-4 giocatori sono più determinanti degli altri. Si tratta di Bonaventura e Gonzalez, che determinano per quantità di gol e assist decisivi. E di Milenkovic, che determina per quantità di gol avversari evitati. A questi tre aggiungo, sia pure a un livello inferiore, Arthur, che determina perché fa girare bene il gioco di squadra.
Domenica sera – contro la Juventus, non contro la Salernitana – Italiano ha tenuto fuori Milenkovic. A meno che il serbo non fosse in grado di giocare, la scelta è sorprendente. Anche se ha causato il rigore a Roma, anche se le sue prestazioni sono state al di sotto della sua media, resta pur sempre il miglior difensore che abbiamo. Quarta è più bravo nei rilanci e negli inserimenti in attacco, ma è meno affidabile in difesa. E il gol Miretti lo ha fatto proprio sotto il naso dell’argentino.
Quando la Fiorentina si è poi trovata a dover attaccare, si è visto che stentava, soprattutto sulla fascia destra, dove sia Parisi, sia Gonzalez – entrambi mancini – non spingevano sul fondo per crossare, ma si fermavano per mettere la palla sul sinistro, e nel frattempo la difesa juventina si era piazzata, e a loro non restava che passare la palla indietro o crossare dalla trequarti, il che equivale a passare la palla agli avversari.
Stesso discorso per Kouame, che da destro operava a sinistra. L’innesto di Sottil era sensato, ma non al posto di Kouame: l’ivoriano andava spostato sulla fascia destra, mettendo Gonzalez al centro accanto a Beltran, e togliendo Barak. Oppure al posto di Beltran, lasciando il solo Gonzalez a fare il centravanti.
Ha poi fatto bene Italiano a mettere in campo Bonaventura: nel suo caso, voglio supporre che la ragione dell’esclusione iniziale fosse l’affaticamento del giocatore. Certo è che una volta entrato, ha costruito qualcosa, seppur poco, di più pericoloso per la difesa juventina.
La partita è finita lì. Poi, a Italiano sono rimaste le armi della disperazione: prima Ikone al posto di Bonaventura (ottima idea, ma tardiva), poi Mina secondo centravanti.
Per finire, una nota sulla Juventus: ha vinto schierando tre difensori centrali, cinque centrocampisti di quantità e due ali. E nessun centravanti. Un po’ come se la Fiorentina avesse schierato Milenkovic, Quarta e Ranieri in difesa, Parisi, Duncan, Arthur, Mandragora e Biraghi a centrocampo, con i soli Gonzalez e Brekalo in attacco.