La partita di ieri era di un’importanza fondamentale per la Fiorentina e i motivi erano essenzialmente due: il primo di mera classifica, perché una più che abbordabile vittoria avrebbe permesso alla squadra viola di raggiungere il quarto posto; il secondo perché ci avrebbe fatto capire come il gruppo avrebbe assorbito l’affaire Vlahovic. Ebbene, purtroppo è andata male. Sono totalmente in disaccordo con chi sostiene che sia un incidente di percorso perchè la Fiorentina, anche in versione squadra in crescita, a Venezia non può e non deve mai perdere e non deve mai perdere giocando in quel modo; quella non era nemmeno la lontana parente della squadra ammirata nelle prime sette giornate ma la diretta discendente della squadra dell’anno scorso. Stessa paure, stessa imbarazzante difficoltà a creare gioco e occasioni da gol, l’unica differenza con la squadra di Iachinana memoria un possesso palla superiore all’avversario ma alquanto sterile, non avendo creando nessuna o quasi occasione da gol.
Le ragioni di questa involuzione sicuramente non le possiamo conoscere, possiamo azzardare due ipotesi: la prima di carattere tecnico, la seconda di ragione gestionale. La ragione tecnica sta nel fatto che si è pagato, ahimè, la presunzione dell’allenatore che ha erroneamente ritenuto che il suo gioco potesse prevalere sulla qualità dei giocatori e, pertanto, ha tenuto in panchina tutti sudamericani reduci dalla partite con la nazionali, affidandosi ad un turn over che effettivamente la rosa della Fiorentina non può permettersi.
È banale dirlo ma se quesi giocatori vanno in nazionale significa che sono più bravi degli altri e i più bravi devono sempre giocare. Il gioco del calcio lo fanno i giocatori non gli schemi e lo si è visto quando sono entrati Torreira e Gonzalez. La squadra, nonostante fosse in dieci, ha cambiato marcia anche se ormai era troppo tardi. Senza voler buttare addosso la croce su Italiano mi auguro che il tecnico abbia compreso la lezione e che la prossima volta ci pensi due volta a tenere in panchina i nazionali per fare giocare giocatori mediocri e per giunta in alcuni casi anche forti ruolo.
Il secondo motivo è evidentemente di carattere meramente gestionale: non possiamo sapere se effettivamente la sparata di Commisso su Vlahovic abbia avuto un diretto rapporto di casualità sulla brutta prestazione della Fiorentina, ma l’esperienza ci dice che non avrà lasciato il gruppo totalmente indifferente. La squadra è infatti apparsa impaurita e ha perso quella spensieratezza che aveva nelle prime giornate, anche nelle sconfitte, e quello che è successo a fine partita, quello sì che è una diretta conseguenza della “guerra “di Commisso e molto probabilmente si riverbererà ulteriormente in maniera negativa sull’ambiente, sulla squadra e sopratutto sul giocatore, il quale, in un situazione come questa, farà fatica a giocare prima ancora che a segnare.
Speriamo di aver la forza di reagire, di sicuro però non abbiamo nessuno con cui sostituire Vlahovic, ma sopratutto speriamo che la società abbia una exit strategy per venire fuori da questa difficile situazione di cui sinceramente nessuno sentiva il bisogno.
Una risposta
Sono perfettamente d’accordo con le osservazioni fatte e i dubbi sorti ,e a tal proposito voglio dire la mia ,come sempre nel momento topico in campionato la Fiorentina toppa e si ferma al palo e questa è la cruda realtà che noi tifosi viola conosciamo bene , l’altra cosa emersa da questa partita è che nei giocatori viola la faccenda Dusan non è stata digerita ,a differenza dei tifosi che ormai sono orientati a vederlo fuori da questa squadra ,e prima la società lo capisce ,prima si eviteranno forti contrasti tra società e tifosi