Con l’inizio della nuova stagione, la Fiorentina si trova a una svolta importante: sarà la prima Fiorentina orfana di Joe Barone che nel bene e nel male ha segnato l’era Commisso. La nomina di Alessandro Ferrari come nuovo Direttore Generale e la conferma di Pradè come Direttore Sportivo arriva in un momento cruciale per il club, e spetterà a loro due l’arduo compito di rinnovarsi e di riportare i tifosi a sognare.
La storia della Fiorentina è ricca di momenti iconici, anche se non sempre coronati da trofei. Dai tempi di Batistuta e Rui Costa fino alle epoche di Mutu e Rossi, ma anche a quelle di Borja Valero e Pizarro oppure dello stesso Chiesa i viola hanno sempre rappresentato un’avversaria temibile, capace di sfidare le grandi del calcio italiano. Tuttavia, negli ultimi anni, questa reputazione ha rischiato di sbiadire, lasciando un vuoto che anche la recente realizzazione del Viola Park non ha colmato. Anzi la sua realizzazione, senza un altrettanto importante investimento sul piano sportivo, rischia di essere addirittura un boomerang.
E allora, proprio per evitare che il Viola Park non diventi solo un fiore nel deserto, è fondamentale che la Fiorentina adotti una strategia di mercato più incisiva e ambiziosa. L’acquisto di un attaccante di valore, in grado non solo di segnare ma anche di trasmettere carisma e leadership sulla squadra, sarebbe essenziale per ripristinare quel tocco di magia e di ambizione che ha contraddistinto i periodi più gloriosi del club.
La Fiorentina avrà inoltre la necessità urgente di ricostruire quasi per intero il centrocampo. Le bocciature di Maxime Lopez e Arthur, unite alle probabili partenze di Castrovilli e Bonaventura, hanno lasciato un vuoto critico. Il centrocampo, cuore pulsante della squadra, richiede un mix di tecnica e muscoli per dettare i ritmi e costruire il gioco del neo allenatore Palladino.
La scelta dei nuovi innesti dovrà essere oculata, puntando su giocatori capaci di combinare abilità tecniche e fisicità.
Daniele Pradè è chiamato a fare le mosse giuste per evitare gli errori del passato. Il centrocampo oggi rappresenta il cuore pulsante della squadra. Le partite spesso si vincono lì.
Da ultimo, vorrei fare una provocazione. Sarebbe straordinario vedere la Fiorentina pioniera nel promuovere giovani talenti italiani. L’idea di “imporre” all’allenatore di schierare almeno due giovani italiani in ogni partita potrebbe non solo rinvigorire il vivaio del club, ma anche ispirare un intero settore calcistico nazionale che ha bisogno di stimoli freschi e di nuove prospettive. E sfide del genere sarebbero senz’altro ben volute dal tifoso che ama vedere la propria squadra (e la propria città) essere anche stimolo e visione per il futuro.
La città di Firenze e i suoi tifosi meritano di vedere la squadra tornare a competere ad alti livelli, in attesa del nuovo stadio e nella speranza che con la fine delle elezioni amministrative si torni a dialogare fra amministrazione cittadina e Fiorentina. Perché non si è mai vista una società di calcio lontana dall’amministrazione della propria città.
È ora di trasformare le parole in azioni concrete sul campo, creando una Fiorentina che non solo sfidi, ma che possa veramente tornare a competere ad alti livelli, come le spetta di diritto.